Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     In pari data ringrazia degli auguri Marianna Nicolini, superiora delle Serve di Maria a Chieti (spedendo via Aquila).

     Il 4 precisa al P. Luigi Rosignoli a Forlì che nel 1781 dall’entrate del soppresso convento di Ferrara furono applicati 200 scudi a questo di S. Maria in Via ed altrettanti alla cassa di religione, la rimanenza lasciata a quel convento di Forlì che nelle attuali luttuose circostanze non ne soffre. Seguono conteggi e disquisizioni, oltre alla nomina di una prete amico come procuratore.

     Al P. Francesco Patrizio Cristofori a S. Giorgio raccomanda cautela, “converrà aver pazienza, e conformarsi ai sempre adorabili, e imperscrutabili giudizi del Signore”, percui ritiene superfluo rivolgersi all’arcivescovo poiché “non faremmo, che inutilmente accrescere il rammarico ad un tanto, e sì degno soggetto”. Chiede copia dell’editto e della nuova costituzione. (371)

     Sul far del 9 gli austriaci tentano invano di passare la Fratta, la forte corrente impedendone il transito, percui cercano un diversivo ma Bonaparte, accorto, ordina la marcia verso l’Adige, rinforza Augereau sul basso fiume, arriva a Mantova, impartisce ordini, quindi il 13 arriva a Verona e sferra l’attacco in faccia a Rivoli, dove il 14 riporta un’altra vittoria.

     Provera sfila col suo corpo d’armata sopra Nogara, riuscendo a catturare persino un calesse del generalissimo, con alcune carte geografiche, il 14 marcia verso il sobborgo di San Giorgio, epicentro delle operazioni, il 15 Wurmster è assalito a Castellana da Augereau, che piomba sulle retroguardie, ma Provera oppone la più ostinata resistenza per tutta la notte del 16.

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(371) Fonte principale di questo capitolo, O.S.M., Epistulae Priorum Generalium, s. I, v. 45 (1797), ff. 60-183v. Il 7 ai PP. Eman. Manero a Cassine (pulp. a Giac. Fil. Caselli), G.F. Caselli a Castellazzo (pulp. di Cassine, eventuale annuale di Torino), Franc. M. Testafochi a Vignale (commissione al proc. gen.), Luigi Ant. Guidotti a Lucca (pulp. di Fontana, per l’annuale di Montecchio fatali circostanze), Paolo Canciani ai Servi di Venezia (regg. di Verona gradito, il residente di Torino a Verona ha notato l’impegno per i suffragi al re di Sardegna, come già nei registri del fù P. Adami “sappiasi la riconoscenza che la Religione conserva per i Sovrani che si degnano riguardarla con occhio di clemenza”, confessioni, disquisizioni, P. Massetti), Luigi M. Grossi a Faenza (Ferrara, pulp. di Bergantino), Paolo Bonfichi a Parma (lettore di Piacenza), Gius. Canepari a Parma (P. Bonfichi, stud.i Gervasoni, Cecchieri e Sommariva, piacere e gradim. di S.A.R.), Mich. Rivelli a Senigallia (farsi coraggio ad andare a Bologna), l’8 ai PP. Luigi Ghersi a Parma (figliolanza di Torino), Gio Ang. Targhi a Imola (prestito del sig. Salvagni al P. Monterumici, trovasi a Bologna dove la nostra autorità non vale, si rivolga al superiore del conv. de’ Servi), frà Luigi Gallini laico professo (voci a Bologna sulla soppressione dei conventi. “Il Sig. abbia pietà della nre miserie”), a don Alberto barone Gonzales e Quingles (sommario delle indulgenze, reliquia dei Sette BB. Fondatori, riforma del Messale Romano di S. Pio V, breviario romano dell’ordine), il 13 a Ricca a Napoli (copia decreto 1762 per estens. uffizio e messa de’ Sette BB. Fond. agli stati ereditari di casa d’Austria, P. Facchini, sig. canonico).