Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


Pagina 218 di 300       

%



     Il 4 novembre a Boselli a Firenze accenna all’espulsione dei forestieri da Bologna, di portarsi a Città della Pieve come direttore dei pochi studenti che rimarranno privi di P. Pallotta che, essendo nativo di Bologna, destiniamo allo studio di S. Giuseppe.

     Al P. Paolo Canciani ai Servi a Venezia scrive di aver temporeggiato, “Poiché però perseverano anche troppo a lungo le nre disgrazie aumentate ora dall’espulsione de’ Religiosi Forestieri di Ferrara, e Bologna, gli diciamo che Verona non sarà gravata di predica”, poi gli notifica il decesso del re per i consueti suffragi e conclude di attendere notizie sulla restituzione del convento di Capo d’Istria. (350)

     A Negri ad Alessandria confida che con l’espulsione dei forestieri da Bologna restano fuori studio Rossi e Sardi, che stanziavano a S. Giuseppe, ed il professo Peirani dei Servi, essendo assai gravati non sono in grado di riceverli né i conventi della Romagna né quelli della Lombardia, massime se succedesse l’espulsione da Reggio e da Montecchio. Pertanto dovrebbe accoglierli lui, non potendo contare su Asti, dove deve passare il reggente di Torino, “in queste circostanze si fa come si può”, “premendoci che i giovani perdano meno tempo che sia possibile”. (351)

     Conferma al P. Gaetano Angelo Mariani a Parma di aver “fatto benissimo nelle correnti pessime circostanze a ritirarsi in quel Convento”, aggiunge di esser stato avvertito da Canciani “che i PP. di Verona atteso lo scompiglio in cui si trovano, e gli immensi danni riportati”, non siano in grado di decidere per la solita predica, possiamo destinarlo altrove, ma neppure Dio sa se resterà libero da qui alla quaresima, percui nulla possiamo assicurargli. Gli notifica la morte del re, ma se a Reggio e Montecchio non convenisse spedir la circolare, lo faccia sapere a voce. I professi Sardi e Rossi tornino in patria, ma senza fretta.

* * *

(350) Il 5 ai PP. Fil. Bottacci a Lucca (recrimina che P. Lupini non sia ancora partito per venire a Roma, “affettato suo tracheggio, cui egli non avrebbe dovuto prestar mano”), Pell. Lena a Lucca (bene a esortare bacc. Baglioni e Guiducci e prof.° Cabrini e lui stesso a trasferirsi in patria, “dove potrà trattenersi fino a che le cose prendino migliore aspetto. Ai Servi e S. Gius. rimasti pochi studenti ed i regg. Bruschetti e Pallotta bolognesi), Eman. Manero a Cassine (Varesio pred. avvento “e per la Quesresima poi secondi egli pure l’impegno del Sig. Intendente d’Alessandria presso di lui e presso quei Sig.ri Comunisti in favore del P. Maestro Baudisson”).

(351) Il 5 ai PP. Negri (continua: P. socio ha scr. da Castelnuovo, quar. di Castellazzo e Cassine, P. Baudisson caldamente raccomandato dall’Intendente di Alessandria, pat. conf. pel priore Camminata), Gio Ang. Baroni a Lucca (quantunque gli atti del prof.° Ferdin. Pichi siano molti e gravi, nessuno è così grave, percui non al gen. ma al prov. spetti la sentenza, le difese non sarebbero necessarie, essendo il reo confesso, ma è sempre bene esibirle e se rinuncia darglielo d’ufficio, o P. Damiani o Buzzoni, se invece il reo non rinuncia, può sceglieselo, sarebbe bene procurare la secolarizzazione o l’espulsione, ma i PP. di Pesaro vorrebbero provare la professione invalida, cosa difficilissima, è vero che in subordine si potrebbe chiedere l’espulsione, come avvenuto col Curti, ne scriva comunque al proc. gen.; travaglio del P. Adami, poco male che non sia potuto partire per Bologna, da dove verranno gli altri, come “gli notifichiamo colla maggiore afflizione”. Bene a non destinare P. Mapelli a S. Fior., avrebbe ricavato benefizio alla sua iniquità. “Abbiamo piacere che la visita di Lombardia sia stata ultimata come si è potuto”, a S.M. in Via ci determineremo con l’anno nuovo, in comp. del proc. gen. suo delegato. Attendiamo P. Lupini, traccheggiante “con mendicate cure” e gli notifica la morte del re), Gius. Cella a s. Gius. (P. Pallotta venga lì a curarsi dei giovani, frà Gir. Tonelli, regg. Bruschetti e nipote bacc. Cella, se occorre denaro lo faccia sapere, distinguere ciò che spetta all’ordine ed al collegio), Astesana (cont.: messe, carico beni dal prov. di Napoli, vendere a credito del conv. di San Marino libri ed orologio del fù Zampagni, cedola pel sig. Gaetano Lavalle, non potendo aver luogo la visita, trasmetta libri contabili, al bacc. Monti pat. conf., zelo per chiesa e culto di M.S. Addol.), bacc. Damiani a Montesandolo via Rimini (trattenersi in patria), bacc. Mich. Rivelli a Senigallia (no quar.), Pell. Artusi a Parma (lic. pei rifugiati prof.i Rossi e Sardi d’andare in patria, ma li trattenga un po’), Gius. Deaugustinis a Faenza (fatto bene a trasferirsi da Ferrara, “in questi casi d’uopo è far miracoli … onde non s’aggravi la loro tribolazione”, partito Bruschi per Bologna? Casotti a Imola? A lui lic. per venire a Roma), Ag. Casotti a Faenza (spediti i novizi a Guastalla, fatto bene a portarsi a Faenza, supposta la ristrettezza di Imola, con Balbi e Bevilacqua. Avrebbe dovuto lasciar in patria il bolognese).