Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Tramite il card Ranuzzi vesc. di Ancona ed il suo cappellano ab. Kanthazuer, che la inoltrano in Dalmazia, trasmette al canonico Carlo Gius. Paulovic Lucich, pro vicario gen. a Mararska, la facoltà di benedire abitini chiesta per sé e per i suoi successori dal can. Tomasco, confessore delle monache di S.M. di Taurello; invece “Siccome le Nre Monache Claustrali non dipendono da Noi, ma dai rispettivi Vescovi” non possiamo ingerirci della giovane raccomandata che vorrebbe esser collocata in Italia in qualche monastero, quindi accenna all’Uffizio della SS. V. Addolorata che sarà facilmente ottenibile dal vescovo per la terza domenica di settembre. A Piraccini a Cesena invia le patenti di confessori per Guerrini e Marzaioli, ché con savie ammonizioni esercitino santamente il loro ministero; è rimasto in sospeso quanto scrivemmo al priore Centenero, riguardo al reggente de Augustinis, per optare per Ferrara o per i Servi di Bologna, esibendosi mediatore presso di Noi. (294)

     Il 24 a mons. Domenico Pascali vicario generale a Gubbio invia la facoltà per l’erezione della Compagnia di M. Addolorata nella parrocchiale di Civitella con la deputazione speciale all’arciprete Cortosonni per la fondazione. Invece il 26 disquisisce con Piermei sulla legge del 1769 sulle enfiteusi “già solite farsi ab antiquo dai Luoghi Pii”. Il 27 invia al suo vicario a Cuglieri, P. Falchi, la patente per il professo Antonio Luigi Cossù perché venga a studiare nel collegio di Montecchio. Riprende con Testafochi a Vignale l’argomento dell’enfiteusi dei luoghi pii. Rampogna il P. Ottaviano Colacicchi a Città di Castello per gli incauti suggerimenti sulla lite col Pronti, “egli già altra volta ha avuto il coraggio di spacciare falsamente il nro nome, badi bene di non ricadervi”, menziona i guasti del P. Cota ed indica come possibile salvatore il P. Politi al suo ritorno. P. Perilli chiede, sia pur rispettosamente, un avanzamento, richiesta incongrua, come gli facemmo intendere tramite il priore Graziani. “Un’istanza di questa natura, che porti tutti gli antecedenti, dobbiamo caratterizzarla almeno come temeraria” percui lo chiami per dirgli che desista dallo scriverci e “l’avverta che non dovrà dolersi, che di sé stesso, se ci vedrà prendere risoluzioni, che gli dispiaceranno”. (295)

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(294) Il 20 ai PP. Gio Ang. Stabilini a Reggio (dim. per prof.° Gatti), Pell. Artusi a Parma (idem per Brasca), Belluomini (questione P. Cotta e sig. Pronti, priore Colacicchi “che purtroppo andiamo scorgendo, che si rende troppo sospetto di dispotismo, e di poca sincerità”, adozione del P. lettore Grati, prof.i Soleri e Moreni, Cibona), Gaet. Ang. Mariani a Reggio (P. Tuci, per evitare pubblicità, prof.° Tabacchi per Montecchio, P. Nasi).

(295) Il 27 ai PP. Gio Ang. Stabilini a Reggio (dim. Gius. Lunghi), Belluomini (P. Grati passato a Passignano, Cibona, lettore di morale Noccorini).