Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 16 ringrazia degli auguri il cav. Matteo Luigi Simon sostituto avv. fiscale patrimoniale e avv. fisc. del tabellione a Cuglieri in Sardegna, spiacente dello stato in cui si trovano quelle cose, il buon arcivescovo è a Torino e si spera che, con l’aiuto del Signore, riuscirà a mettere tutto a posto, precisando che sulle stampe pubblicate colà non “possiamo intrattenerci”, attese le continue occupazioni per il consultorato del Sant’Offizio, “conferitoci” da Nostro Signore. A mons. Argelati replica che, occorrendogli venire a Roma, possa optare o per il convento di S. Marcello o di S. Nicola in Arcione. Al P. Vallaperta a Guastalla espone che se il P. Dalla Valle ha trattenuto colà, contro gli ordini del provinciale ma sotto la protezione di S.A.R., per due anni, il fù P. Mariano Puchol, aveva diritto a percepire “il vestiario” poiché se non era stanziante di diritto lo era di fatto, comunque faccia come creda, con gli eredi, noi interverremo solo in caso di loro istanza. Gli trasmette la citatoria per il capitolo da indire il 19 aprile. (288) A Matteucci a Città della Pieve, oltre ad accennare a P. Martinelli, precisa di non aver avuto sentore delle temute novità di quel vescovo, poi che sia giusto che il convento di Genova renda conto dello spoglio del fù P. Arnaldi.

     Il 20 accorda al P. Bartolomeo Ballestrer, che trovasi a Barcellona, una proroga per poter recitare colà il panegirico il venerdì di Passione; trasmette la citatoria per il capitolo al P. Domenico Baynal, da tenersi nel convento di S. Marziale di Marsà il 15 maggio, indicando i PP. Bartolomeo Irigo o Bonfiglio Piquer per presiedere, con dispensa ad intervenire per chi sia impedito, congratulazioni per l’ottimo governo nei decorsi quattro anni, senza darci alcun fastidio, sicuramente penseranno all’elezione di un degno successore. Sappiamo colà ben coltivati gli studi ed in vigore la regolare osservanza. “Il Signore si degni rendere a lui la mercede, e conservarlo”, per le riduzioni delle messe, essendo morto P. Prosperi è passato tutto a P. Cerasoli ed aggiunge “Nella nra Italia per quanto porta la presente perversità dei tempi, le cose dell’Ordine vanno con prosperità: ma finora non s’à che una dilazione di speranza, che si possano unire a noi le Province Milanese e Toscana (dei conventi di Napoli non occorre neanche parlarne) questo è il desiderio di quei buoni religiosi, come pure dei Tedeschi. Raccomandiamoci al Signore, dalla di cui misericordia speriamo che possa una volta, siccome prima, essere un solo ovile”. La compiega al P. Piquer, affinché la faccia pervenire a destinazione. (289)

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(288) Ai PP. Vallaperta (cont.: lamentele del P. Locatelli per l’esclusione dal Discretorio, predicaz. dell’avvento in duomo), Vinc. Arnaldi a Todi (novizi), Belluomini (novizio G.B. Chiaffredo Chialva di Saluzzo, talento, nascita civile, P. Artesiana suo compatriota), Mazzasogni ai Servi (quar. a Gonzaga, bacc.e Baglioni, licenza a P. Bernardini a difendere in filosofia, favorevoli riscontri dei PP. vocali), Tom. M. Sticotti a Montecchio (lo esorta “a soffrire con rassegnazione religiosa gli altrui difetti”, con l’indifferenza piuttosto che col risentimento), al sig. Cesare Matteo Allomelli a Torino (secolarizz. del fratello Dom., come detto al sig. G.B., comunichi ai suoi f.lli Gio Ant., Andrea e a sua sor. Teresa).

(289) Il 20 ai PP. Ottav. Colacicchi a Fuligno (in sua assenza, superiore ‘a lege’ il P. Politi, causa Pronti, lezioni omesse ad un paolo ciascuna, il prov. ha fatto nuovo regolam.?), Luigi Grati a S.Fior. (predica), Belluomini a S.M.N. (Boccanera secolarizz., P. Priggioni lettore a Città di Castello, don Luigi Luccarini, al quale rimettiamo i fogli, stante la disgrazia del “terremoto” non è meraviglia non si facciano tutte le funzioni, P. Cocchiaroli lasci i prof.i, la sua roba può portarla a Fossombrone affidandola a persona di fiducia, non approva Perilli destinato a Cibona, non essendo in grado di gestire un piccolo convento di campagna, se aveva difficoltà in uno numeroso. Tommei alla reggenza dopo la predicaz.), Vallaperta (quar. a Mantova, deputare P. Gualdi suo vic.°, questioni can. e di giurisdiz., citatoria, al P. Pizzoli consiglia di ritirarsi “ma si dirà che il P. gen. non è per il Pizzoli, ma di più no”), Gio Evang. Pallotta a S.M.N. (quar. P. Priggioni, non può quindi egli assentarsi), Cocchiaroli a S.M.N. (uso del camino della reggenza, suoi effetti può portarli a Fossombrone), Nic. Longhi a Piacenza (designato allo studio di Verona, valuti se accettare), don Luigi Lucarini a Città di Castello (incomprensioni, lode al suo zelo per le sacre funzioni, ma sembranno degni di scusa padri e priore, per le rilevanti spese per i gravissimi danni del terremoto); il 23 ai PP. Ambr. Gaet. Maggioni a Milano ai Servi (dimesso dagli studi, per restare in quella congregaz. Austro-Lombarda dovrà intendersela col prov., oltrepass. il tempo a casa), Fel. Fassini a Racconigi (notizia dal priore di Camugli della caduta di P. Dalla Valle, salta la predicaz., cercarne uno almeno per i venerdì ed i giorni festivi), Fil. Rocco Basso, priore di Camugli (di provvedere).