Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Chiarisce al provinc. Luigi Vivarelli a Firenze “esser le famiglie già complete e le sopraggiunte nuove imposizioni, che Egli non ignorerà, non ce lo permettono, tantopiù che volendo singolarmente attendere allo studio delle lingue orientali in Propaganda, sarà questo difficilmente combinabile con il solito servizio di chiesa e di coro, che sogliono quei religiosi esigere dai giovani”. (106)

     Il 14 precisa a Prosperi a S. Marcello di esser a Bologna dal 7 e di voler partire per Forlì il 20. A Roma son giunti tre serviti còrsi, sbarcati a Civitavecchia, ma la questione è delicata, suscita i suo scetticismo, essendosi ribaltata la situazione nell’isola, “non vorremmo che dopo d’aver giurato, fuggendo ora dal partito antipatriottico, che sembra prendere la superiorità, pretendessero di prender luogo fra noi”. Ha “risposto benissimo all’Emo Seg(reta)rio di Stato accordando al P. Saladini soli 15 g(iorn)i” per venire in Roma e pregando che siano tenuti lontani gli altri due, ottima la risoluzione del cardinale di tenerli nei conventi più vicini a Civitavecchia, onde appena possibile se ne possano ritornare. Tramite P. Mortini sarebbe bene sapere chi abbia giurato e chi sia stato saldo. Potrebbe servir di regola in mille occorrenze. Mons. Buschi può disporre se gli si possa essere utili per Cesena, dovendo passare colà una mezza giornata ai primi di ottobre. (107)

     Il 19 riscontra a S.E. il conte Cesare Ventura primo min. di S. A. R. il sig. Infante duca, esser stato il rettor provinciale, cui spetta il compito, a destinare P. Tommaso Correrini, della figliolanza di Licciana, a Bardi, e di esser stato testimone della massima insubordinazione di questi, a Parma, dove vi è stato questo scambio di battute, “A Bardi assolutamente non voglio andarvi” al che gli rispose “Non esser questi i sentimenti che deve avere un Religioso”. Indirizza immediatamente a Reggio, o dove si trovi, al rettor provinciale Gaetano Angelo Mariani queste regie premure affinché rassicuri, tramite il ministro, cui può eventualmente far visita qualora si trovasse a Parma, che se l’Infante vuole che sia collocato a Licciana, si farà dovere prestarvisi. (108)

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(106) Tratta poi di P. Dazzini e conclude che, facendo la visita nella prov. di Mantova, prenderà poi la strada di Forlì, Senigallia ed Ancona, percui, non passando per Firenze, spera di vederlo l’anno prossimo.

(107) Continua (accennando al P. Battini ed al giovane studioso di lingue orientali, alle circostanze difficili, P. Piermei a Bologna ma conta di ritirarsi a Firenze per il freddo, frà Nic. Faloppa da Bardi chiamato a Reggio “ben conoscendo i suoi meriti temé d’essere carcerato” e fuggì ai cappuccini, tornando previa rassicurazione del priore, ora è a Bologna dove, con lo stesso pretesto è andato dagli agostiniani della Misericordia, ma se continua a vagare per conventi altrui occorre farlo arrestare e, come recidivo, “sia un po’ più calcata la penitenza” venendo anche punito per le continue ubriacature, frequenza di bettole, gioco, minacce al priore che dovette chiedere aiuto al braccio secolare. Da Loreto a Foligno, come a maggio, potrebbe farla in un giorno. Converrà fare una nottata a Ponte (al)la Trave, favorisca farne richiesta al P. gen. dei conventuali). Al P. Gaet. Ang. Mariani a Reggio (aver rassicurato Faloppa che non verrà carcerato, purché ritorni), il 17 al sig. G.B. Alomello (parere sfavorevole di prov. e priore per far tornare P. Dom. a Parma), il 18 da S. Gior. di Bologna ai PP. Carlo M. Giberti ai Servi (deposito, in conform. al rescr. della congreg. de vesc. e reg., ammin. di S. Margherita ed impedire qualsiasi fabbrica, in città e in campagna, nelle attuali circost.), Dini ai Servi (quest. ammin.), Am. Acerbi a Fontana (annuale di Budrio e quar. di Bardi), Carlo M. Lottieri a Gradisca (per esser assegn. a Mantova o altro conv. della Lombardia Austriaca si rivolga al P. presidente di quella congregaz.).

(108) Continua precisando di aver riferito degli accenti d’insubordinazione del P. Mro Correrini, poi “Nell’affare del P. Mro Sbaraglini ci dispiace, che non siasi fatto capo a S.E. quel Sig.r Governatore”, ma costui non può andare a predic. a Montefano, non potendo disimpegnarsi dall’avvento di Verona. La lettera è in fondo al baule, percui non può al momento vedere come combinare, Faloppa dovrebbe essersi presentato, non aggiungiamo altro, non avendo tempo, essendo domattina di partenza per Forlì indi Pesaro e Senigallia. Ossequi al vic.° gen., purtroppo mancava il servitore per l’ambasciata, se avesse avuto tempo sarebbe tornato da lui prima di partire, augura prosperità nella visita di Galliate, caldeggia l’affare Correrini pel rispetto dovuto alle premure di S.A.R., perché non si fissi la massima nelle ns. costituzioni che siano i maestri irremovibili dalle rispettive loro filiazioni, che sarebbe disordine gravissimo, specie per quella piccola Sua provincia,