Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Al P. Carlo M. Bonfichi a Parma scrive due lettere, una da Reggio, il 5, l’altra da S. Giorgio di Bologna il 9: la prima tratta di un affare liquidato tra il negoziante Giuseppe Casus, P. Pontremoli ed il sig. Colombi, percui il sig. Domenico Betoli avrebbe dovuto reclamare alle poste per l’eventuale disguido tre anni e mezzo fa! Poi lo avverte che il sig. Alomelli ha finalmente capito, tanto che preferisce si diano via via un po’ di soldi al figlio, compensando con delle offerte, senza dar pubblicità alle intese, vorrebbe poi che i due fratelli stessero insieme, ma sarà difficile da ottenere, ‘rem difficilem postulat’, sentire i Padri; la seconda anche sulla questione Betoli.

     Il 10 è lieto di informare il cav. Farinola dell’esito dell’intervento presso P. Benedetti, tramite il priore di Licciana, per il credito dei 6 zecchini, cui questi ha immediatamente provveduto, con 12 filippi fiorentini che il nipote gli consegnerà, dovendo recarsi a Livorno, precisando che il debitore era in buona fede, ritenendo che suo fratello avesse ottemperato quasi subito, comunque, questo è l’importante, ha saldato immediatamente senza tergiversare.

     L’11 assicura donna Aurelia Almerici Venturelli, circa la dimissoria del chierico Girolamo Perilli al suddiaconato, sperando in seguito di accordare le altre, non potendo darle tutte e tre in un fiato. (105)

     La situazione a Roma è veramente gravosa, sotto tutti gli aspetti, se Caselli è costretto dalle circostanze a delineare una lettera del genere al reggente di Firenze Costantino Battini: “Abbiamo letto con piacere l’esposizione delle tesi difese da quel Prof.° Pietro Ricasoli favoritaci col mezzo del P. Mugnani, e con altrettanta soddisfazione abbiamo inteso dalla Sua … il molto applauso … e lo straordin.° concorso, e decoro, con cui è riuscita la funzione … Applaudiamo al di lui progetto d’introdurre col mezzo appunto di quel Giovane la Scuola delle lingue orientali in quel Convento: ma ci dispiace di non potervi conferire col dar luogo presentemente, al dto Giovane nei Conventi di Roma, onde possa profittare e perfezionarsi nella med(esi)ma frequentando la Scuola di Propaganda (Fide). Dal P. Provle ne intenderà Egli i motivi … se possiamo in altra maniera coadiuvare, siamo dispostissimi a farlo, non meno perché siamo premurosissimi del decoro di quel Conv(en)to”.

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(105) C. trasmette in merito ai PP. Franc. Solinas a S.M.N. e Bernasconi a Pergola, poi lo ragguaglia di non aver potuto parlare con il card. arciv. infermo al Sasso (Marconi) ma col segretario, circa il sac. fr. nel conv. di S. Marino ed ottenuto che la pensione venga ridotta dai 30 ai 24 sc. in parte anche in generi, sarebbe bene accettare. Contando di accostarsi tra poco a Forlì, sarebbe soddisfatto di poterlo incontrare. Ai PP. Ang. M. Scovoli priore e vic.° del s. offiz. a Senigallia (assegn. di P. Diani a Montefano), Am. David a Montefano (fede del medico Casotti per trasferire Diani a Montefano, difficile per C. passarvi, lo incontrerebbe altrove), il 12 a P. Tonarelli a Licciana (suo nipote si faccia rilasciare regolare ricevuta dal cav.).