Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 17 al P. Carlo M. Giberti ai Servi, in prospettiva della prossima quaresima, suggerisce un solenne sepolcro con semplicità di apparati, per economia, caldeggiando scelte di maggior spirituale profitto nel pubblico, anziché suscitare vana ammirazione e ciarle poco decorose. Insomma, promuove un’ austerità figurativa, che ci ricorda l’intensità del quadro di Port Royal. (47)

     Il 24 si rammarica con il mite P. Dini a Cesena per l’indocilità dei religiosi del convento dei Servi di Bologna all’esecuzione dei decreti, in occasione della di lui visita, ma non ritiene conveniente intervenire, dovendo provare a sbrigarsela dassolo. Per la futura predica quaresimale e gli apparati per il solenne sepolcro, si attenga al rescritto della sacra congregazione de’ vescovi e regolari. Circa la vendita dei cavalli, calano di prezzo in inverno e crescono in primavera, scemando di conseguenza il valore delle carrozze, raccomanda di equiparare le spese anche nel convento di S. Giuseppe, allega la dimissoria al diaconato per il professo Amadio Bossi, vorrebbe infine sapere quanti preti francesi abbia accolto la sua provincia nei vari conventi. A mons. Lorenzo Menicacci, vicario gen. ad Albano, riscontra la sua ricevuta tramite il di lui nipote, P. Umile d’Assisi.

     Al canonico don Gio Giuseppe Paulovich Lucizl, pro vicario gen. a Macaresca, deliziosa cittadina sul mare, in fondo alla Croazia, vicino a Spalato, invia la risposta tramite P. Ippolito da Lucca minor osservante, con la carta per abbinare alla loro Scuola di Buona Morte le indulgenze e grazie della Congregazione de’ Sette Dolori, purché si attengano allo scapolare, recitino quando vogliano, sicuramente il venerdì, la domenica e le feste comandate, la corona e facciano le funzioni prescritte: dove si pone la statua si può intitolare l’altare ‘del SS.mo Crocifisso e Maria Addolorata’, processione la terza domenica del mese, la festa principale la terza domenica di settembre, con la partecipazione di tutti, confratelli e consorelle. (48)

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(47) Ai PP. Fil. Dini a Cesena (richiesta P. Giberti per la quar., P. Cantua o si emenda e vi è una stanza a Imola o Faenza, oppure venga espulso, come incorreggibile - un prof.° del Piemonte trascorse anni in fortezza poi mel conv. di Vignale, finalm. il 24 febb. 1790 è asceso agli ordini sacri, essendosi emendato – esamini il processo, se in conformità delle bolle, l’ab. Personali è giunto a Roma ma non si è ancora fatto vedere da C., gli ha lasciato i saluti dal proc. gen. ed ha ric. il denaro delle tasse), Gius. Cella a S. Gius., (Giac. Taddei, luogo di Roncone, P. Bottacci). Il 21 ai PP. Ang. M. Scovoli a Senigallia (se ha corretto il prof.° Perilli), Carlo M. Giberti ai Servi (quest. ammin., s. congreg. de vesc. e reg. per il rescritto), Fil. Dini a Cesena (mem. del conv. al rescritto c.s., lasciare in carcere prof.° Cantua, P. Gherardini), Giac. Fil. Cocchiaroli a Senigallia (avventi 1793 e 1794, panegirici, P. Castellani).

(48) Il 24 ai PP. Franc. M. Testafochi a Vignale (col rescr. della s. congreg. de’ vesc. e reg. Giac. Ferrero può passare al noviz., P. Astori si accontenta di una sola camera ad Alessandria, mentre P. Ferrero obietta la ristrett. del fabbr., P. Clementi, collocamento di un relig. di S. Salvatore, P. Dalla Valle, P. Marazzani predica l’annuale di Cesena, ab. Treves), Fil. Balbi a Galliate (pulp. di Vogogna, P. Bonaga, ne dia notizia al P. mro Erc. Bonanomi pro-presid. della ns congreg. Lombardo-Austriaca), Gian Ang. Bazzoni a Montecchio (PP. discreti e ven. discretorio).