Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 3 novembre, essendo trascorsi tre anni da quando P. Pellegrino Cantua ha ferito suo cugino, il quale, riappacificatosi, ha poi chiesto il 15 agosto che venisse promosso al sacerdozio, supplica dal vesc. di Faenza Domenico Manciforte lo sconto di qualche mese della pena.

     Finalmente trasmette licenza al P. Agostino Forni che, avuto il consenso del provinciale e l’occorrente dalla sorella per il suo soggiorno a Roma, premettendo però che dovrà subito depositare la somma per il suo mantenimento nelle mani del ministro del convento di S. Marcello.

     Al P. Giambattista de Sanctis a Cibona, che deve apprestarsi a ricevere un sacerdote francese, destinatovi dalla pubblica autorità, aggiunge alcune riflessioni: per il timore di disgrazie, quello “più utile e più giusto sarà quello che concepiamo per i nostri peccati, e per la giusta Div(in)a Vendetta, con prepararci a soffrire religiosamente le disavventure, ed i mali, con cui piacerà al Sig.e di visitarci per l’eterna Nra salvezza. Preghiamo la Div(in)a Misericordia di concedere a lui, ed a quei religiosi tutti la grazia di gustare, e tenere ferme nel Cuore queste massime salutari”. Insomma, le notizie veicolate dalla Francia lo inducono a riflettere in profondità e l’unica luce di salvezza è quella della Misericordia e della Grazia. (42)

     Il 7 al P. Filippo Vallaperta, a Guastalla, approva che il capitolo provinciale si voglia tenere a S. Giorgio a Bologna il 14 giugno 1793 e, se nulla accadrà, prima di Natale gli trasmetterà la citatoria. Lo ringrazia dell’invito ad intervenirvi, avendone veramente intenzione, anche in relazione alle principali materie da trattare “ma se mai gli accidenti del secolo e le disgraziate vicende che possono da un momento all’altro intervenire, ce l’impedissero” ci accontenteremo della buona volontà. Possiamo osservare che nella prospettiva panoramica nubi minacciose non manchino. (43)

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(42) Ai PP. Gius. Farini a Ravenna (pat. conf. ‘ad annum’), Calisto M. Politi a Foligno (visita di ringraz. dell’ab Trovarelli per le gentilezze ric. in quel conv., discorso anche del ‘noto affare’), bacc. Pell. Boselli a Cibona (restituitosi a tempo debito). Ai PP. Fil. Dini a Cesena (risc. due lettere, del 24 e 27 da Russi e da Bologna, pat. per il di lui nip. Adami, P. Farini pat. conf., P. Forni per Roma, di P. Lodi parlato abbastanza, P. defunto e ripart. tra conventi, P. Gherardini, 93 scudi e 38 baj, non pare congruo che il P. Cantua venga collocato proprio a Faenza, dove tutti sanno e dove capita spesso il cugino, evidente mossa insidiosa di quei religiosi, tuttavia non si devono contrastare i voleri del vescovo).

(43) Al Vallaperta continua (P. Dini ha accordato il novizio Adami per profittare vicino allo zio nello studio e nella pietà. Racc. il novizio Milanesi che abbia a S. Gior. custodia ed istruz., al P. Codazzi risp. bene, sec. il prov. di Venezia ha ottenuto il decr. (Costituz., IX). P. Boni, morto l’unico nip. secolare, deve recarsi a Lodi. Il regg. di Ferrara de Augustinis chiede il consenso per ammin. al meglio i beni di Forlì. Direz. che presta alle Mantellate, professione della novizia M. Teresa Cataneo), ai PP. Gius. de Augustinis a Ferrara (ammin. dei beni di Forlì), Gaet. Ang. Mariani a Reggio (auguri di prosperità nella visita a Reggio, Parma e Montecchio, desidera esser segret. inform. della condotta del P. Correrini, P. prov., essendo malato, non ha risp. a tono, avvento a Dosolo, quar. a Ferrara), il 10 ai PP. Sost. Belmondo a Racconigi (ab. Sombrero), Gio Ant. Negri a Caselle (pulp. di Parma, priore di Piacenza vorrebbe facesse il panegr. dei Sette BB. Fondatori la dom. di sessages. del 1793), Gaet. Ang. Mariani a Reggio (P. Correrini, quar. alla Mad. della Piazza di Piacenza nel 1794).