Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Alla contessa Giulia Forni Riminaldi a Ferrara ricorda non solo che l’accordare licenza al di lei fratello P. Forni, di venire a Roma, debba articolarsi d’intesa col provinciale ma “già sapendosi per esperienza non essere il d.° P. Agostino troppo misurato nella condotta sua economica, non vorremmo che l’esponessimo a pericolo di rinnovare le piaghe vecchie, quali non sappiamo se siano ben saldate. La preveniamo per Suo governo, che Roma è dispendiosa eziandio per i Regolari … oltre non percepire il solito“ devono “corrispondere con previo deposito l’occorrente al loro mantenimento” consistente in due paoli al giorno, “inoltre troppe sono” le occasioni di spendere: però tutto considerato siamo persuasi che la gentilezza di Lei ci compatirà se “non possiamo secondare … le rispettabili Sue premure”. Insomma, questa Roma ne esce quasi come una Babilonia, o come la famosa città greca da cui il detto “Non è da tutti poter andare a Corinto”, una specie di città proibita, anche perché troppo dispendiosa. Persino il soggiorno in convento, per coloro provenienti da fuori, senza quindi un ufficio specifico, è molto caro, forse anche per scoraggiare, poiché già il paolo, essendo moneta d’argento, ha un consistente valore. (39)

     Il 24 col P. Giuseppe Cella a S. Giuseppe a Bologna si mostra sorpreso della disinvoltura con cui vorrebbe alienare il laghetto di Roncone, per estinguere il debito di cui è gravata la possessione della Salvatora. (40)

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(39) Il 20 ai PP. Fil. M. Schiavi a Tortona (prof.° Luigi Am. Bussi se si libera un posto a Roma, “Ci onori con S.E. quel Mons. Vesc. degli umili Nri omaggi”), Fil. M. Bertolotti a Genova (Mortini ha risc. 30 sc. dei soliti frutti dei luoghi di monte), Gian Ang. Achilli a Cesena (pat. di conf. per P. Gavazzi, a P. Castellani per Senigallia), al chier. frà Ambr. Gaet. Maggioni ai Servi a Milano (salute migliorata, destinato a Parma), ai PP. Fil. Rocco M. Basso a Camugli (pat. di conf.), Luigi Vivarelli a Firenze (compiega lettera di sconosciuto per aver notizie), a don Luigi Franci parr. a Campoluci/Arezzo (comp. de’ Sette Dol. di M.V., P. Spagnoli, atto notar. per perpetuare la mem. onde la can. erezione più non abbia a cadere in dubbio, festa 3a dom. d’ag.), ai PP. Ang. M. Scovoli vic. priore e vic. del s. offiz. a Senigallia (P. Alessio Castellani stanz. a Cesena), Ang. Fil. Pozzetti a Faenza (nom. dalla comunità di Forlimpopoli il suo raccom. P. Luigi Grossi per la quar.), Fil. Pavesi a Montefano (dest. alla regg. a Piacenza), Gius. Canepari a Parma (buone disposiz. per accogl. card. Busca, sistematosi altrove, quar. a Colorno, prof.° Ambr. Gaet. Maggioni attualm. a Milano giov. di buona indole e costumi, P. Marazzani al posto di P. Bernardini passato lettore al semin. di Arezzo), Fil. Dini a Ravenna (off. dei morti imposto a Faenza dal fu P. Pieri, nulla in archivio, recitare un notturno almeno con le laudi, off. con tre notturni, Castellani, Sinigalli, P. Gavazzi, partenza per Cesena per suo nipote, lista dei morti, veniamo ora al Poggi Pollini “veramente è un po’ dura cosa da digerirsi che un briccone di questo taglio eziandio dopo un delitto, che fa inorridire nella sua orditura, debba passarsela così liscia”, P. Rabbi, P. Facchini, contessa Forni Riminaldi dissuasa).

(40) Rendita di 2.500 al 4% ed onere di 50 messe in vita e 100 in m., frà Giac. Taddei. Al P. Gian Ang. Mazzasogni a Piacenza, consolanti notizie della salute del prov. di lui zio, questione Correrini chiede notizie per decidere, Magistrato sopra gli Studi di Modena.