Carlo Piola Caselli
Colonnello Ubaldo Piola


Pagina 2 di 6       

%


     I capitani dei volontari, Cunietti, Ghilini, Caldani, Piola, annunciano, da Cassine, alla municipalità di Alessandria, quanto accaduto ad Acqui, chiedendo tempestivi aiuti, in uomini ed armi, i francesi essendo stati disarmati ed i patrioti presi in ostaggio. Gli eventi non ammettono tergiversazioni: i due giovani amici Piola e Ghilini si lanciano in avanscoperta, mentre la campana suona a martello a Strevi e nel circondario. Occorrono almeno 50 uomini, impossibile ottenerli, benché richiesti al comandante francese e persino a quello della cittadella. La municipalità raccomanda a Cunietti di non scoraggiarsi, rinforzi sufficienti sarebbero giunti, confidando nella Guardia Nazionale che l'indomani sarebbe accorsa in aiuto.
     Seguono violente rivolte a Castelferro, come scrive il capo battaglione Piola alla municipalità alessandrina il 28, che, recatosi alla cosiddetta “nave di Retorto”, ossia al luogo del traghetto dell'Orba, ha sentito dal barcaiolo esservi nel palazzo del cittadino Pozzi oltre duecento uomini del vicinato: anche là le campane suonano a martello. Piola ritiene più prudente dirigersi su Fresonara, borgo che gli hanno assicurato ancora tranquillo, senonché un'ora prima di giorno riceve avviso che, saputo del suo arrivo, si son mossi per arrestarlo, percui ripiega su Novi, mentre a Bosco Marengo è stato abbattuto l'albero della libertà, e conclude il suo rapporto avvertendo che i duecento uomini di Retorto son partiti per Alessandria, anzi un mezzo corpo è già a Casalcermelli. (4)

* * *

(4) T. SANTAGOSTINO, Settecento in Alessandria, Alessandria, 1947, pp. 173-75.