Carlo Piola Caselli
La corazzata Avérof varata a Livorno


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     Nel 1923 Tellini era a capo della missione interalleata, per la definizione dei confini tra Grecia ed Albania, ma è stato assalito e trucidato, con altri ufficiali italiani, sulla strada tra Joannina e Santi Quaranta, da terroristi rimasti ignoti, per cui l’Italia ha deciso, in settembre, l’occupazione temporanea di Corfù, in attesa dello scoprimento e della condanna, da parte del governo greco, dei colpevoli della strage. Per quanto concerne l’Avérof, con il buonsenso è stata appianata questa grave questione diplomatica: infatti, il 4 settembre 1923 la direzione del Cantiere Fratelli Orlando, da Livorno, ha inviato al Ministro della Marina, a Roma, un rapporto dettagliato sullo stato di efficienza della corazzata e della flotta greca in generale. Quindi, il 19 settembre, chiarito diplomaticamente l’incidente, l’Avérof si trova nella rada del Fàliro, per concorrere a rendere omaggio alla Squadra internazionale, composta di unità italiane, francesi ed inglesi, ivi convenute per la solenne cerimonia in suffragio delle vittime italiane di questa missione di pace.
     Nel 1925 l’incrociatore corazzato vien inviato al cantiere francese de La Seyne, presso Tolone, per gli urgenti lavori di ammodernamento, per cui rimane lontano dalla patria fino al 1927: le caldaie a carbone vengon sostituite con quelle a nafta, l’albero di prora con un tripode sostenente la centrale di tiro, i due proiettori con altri più potenti (900 mm. di diametro) e l’aggiunta di due telemetri in torri blindate.