Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     A Canepari a Parma, accenna al quaresimale di P. Bianchi a Vogogna, di Mazzasogni a Bardi, oppure si accordino, lamenta la perdita dei conventi di Reggio e di Montecchio ed in Romagna dei sopraddetti. Se P. Mariani per rimanere a Montecchio volesse vestire l’abito da prete, occorre vedere se all’oggetto siano state comunicate le opportune facoltà all’arcivescovo di Bologna ed ai vescovi della Romagna. (416)

     Il 22 suggerisce a Baroni a Lucca di portare l’archivio a Piacenza e gli utensili di venderli a Bologna aprofitto della provincia. Dopo la sprressione dei conventi della Romagna, ora anche quello di Ancona è nei guai, essendo stata intimata l’espulsione dei forestieri.

     A Mariani a Montecchio manifesta afflizione per quella soppressione oltre a quella di Reggio, malgrado l’impegno di quella comunità, per altre provvidenze ricorra al vescovo, Caselli stesso pensa di impetrarle.

     Avverte Tomei a Santa Maria Nuova a Perugia che ora anche Lucca è nei guai, per lo stesso motivo, percui occorre fare vari altri spostamenti. (417)

     Il 26 lodando lo zelo di Bentivegni a Rimini, per il ripristino di quel convento, suppone la caduta di Faenza o di Forli, osserva che avvenendo la bramata ripristinazione, cessando la secolarizzazione, non mancherebbero gli individui. Contrapposto è Perilli che, giunto a Perugia, gli ha fatto scrivere una lettera dal conte Baglioni Oddi “con cui esalta fino alle stelle il di lui eroismo per aver rinunziato alla vistosa Pensione piuttosto che spogliar l’Abito. Il tempo manifesterà abscondita tenebrarum”. Se si rimettesse in piedi quel convento, si svelerebbe la misteriosa di lui condotta. Dà a lui ed a P. Baldini la facoltà di benedire abitini. “Ci ha veramente edificato il contegno del Gadini, che ci scrive da Forlì, suppone abolito Faenza, che egli ci dice assicurato. Bramiamo che siasi ingannato, come bramiamo d’ingannarci relativamente a Cesena. Abbiamo pure ricevuto lettere dai PP. Farina e Castellani di Ravenna”, il primo rimarrà in convento in abito da prete custode e cappellano e all’altro, che si sottoscrive “D. Angelo Castellani”, Caselli ritiene di non dover rispondere, come non lo ha fatto al contumace già baccelliere Damiani che manifesta la sua secolarizzazione sottoscrivendosi “Obb.° servo D. Giacomo Damiani”. “Se i secolarizzati eseguissero le insinuazioni di quel Mons. Vesc. di scrivere al P. Gen. e chiedere collocamento, allora si potrebbero spedire le patenti”, “In caso diverso temiamo di somministrare materia a risoluzioni sempre più rovinose”. (418)

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(416) Il 19 ai PP. Gio Ang. Domenichelli (P. Buscaglia, varie), Luigi Calza ai Servi (P. Minarelli chiede di poter predicare l’avvento e la quar. in qualche ch. del contado), Gio Ang. Tomei a S.M.N. (sollecita la partenza per Ancona del prof.° Celestino Baroni), Canepari (continua: per Faloppa parlato a questo prov. Massetti, P. Zuffinetti a Galliate, grazie, eventualità del regio exequatut, visita a Parma, studenti a Bologna), Paolo Minarelli ai Servi (petizione).

(417) Il 22 ai PP. Baroni (continua: no prof.° Zangrandi a Piacenza, non essendoci filosofia, con P. Paolo Marmaranzana vada a Perugia; PP. Lena e Dini), Tomei (cont.: prof.i Noccorini e Baroni, questo era partito per Ancona, Marmaranzana parte da Lucca), Fil. Pavesi a S. Fior. (prof.° Gir. Pannini per Lucca, Zangrandi da Lucca, P. Fil. Padovani a Senigallia, da Perugia partito prof.° Baroni e partirà bacc. Battisti e regg. Grati per Ancona), Fil. Bottacci a Lucca (prof.i Zangrandi e Marmaranzana, viaggio dispendioso, oppure a Perugia o rinunciare agli studi, P. Corsetti a questa prov. romana), Gius. Ferrero ad Alessandria (pat. conf.), Michelang. Borri a Treviso (Comp. Sette Dol., bacc.i Morelli e Pagani, tasse), Gir. Pichi a Sansepolcro (Comp. Sette Dol. nella ch. curata di S. Tommaso di Colle richiesta dal vesc., “Nella confusione passata delle cose nulla possiamo determinare sui Pulpiti”), Carlo M. Falcioni a Corneto (lettere di P. Bonanomi, filiazione di Stanislao Mora a Lodi o Codogno, provincia di Mantova, atti giudiziali della sua secolarizz., disquisiz.), Gio Ant. Negri a Caselle (PP. Raspi e Chiri), Gio Ang. Locatelli a Senigallia “consolare l’afflitto suo genitore”).

(418) Il 26 a P. Bentivegni (continua: P. Damiani non si riesce a far muovere, P. Fabbrini ammalatosi gravemente, P. Fabbri partito da Città d. P. ma non per proseguire fino colà, P. Battisti partito per Ancona).