Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Si rallegra anche con P. Paolo Marchetti a Torino per la sua elezione a socio provinciale e della quiete del capitolo; circa il pulpito, non è possibile “per ora determinare cosa alcuna attese le varianti circostanze”.

     Avverte Vallaperta a Guastalla di aver ricevuto una lettera di Bologna di P. Predieri che, avendo recitato a Forlì il panegirico di S. Pellegrino, cittadini ed amministratori del Patrimonio siano rimasti talmente soddisfatti, da rchiederne “assolutamente la stampa”, non ostante la sua discrezione. E’ composto proprio “per Forlì, in gran parte sulle traccie autentiche della storia di quei tempi” ed il primo punto si volge in circostanze simili alle presenti, tuttavia la genuina narrazione e la nessuna applicazione alle attuali vertenze, non hanno punto allarmato neppure i più impegnati ed autorevoli dell’attuale governo, molti dei quali lo hanno udito, quindi, previa attenta revisione, ha chiesto il permesso. Caselli però, dato che l’argomentazione è scottante, lo esorta a schermirsi alla meglio ed a differirne la stampa a migliori circostanze, se poi la necessità lo obbligasse a dover procedere, invii il manoscritto a lui ed a P. Traversari, per una revisione prudenziale che, nelle attuali circostanze, è troppo necessaria.

     Confida direttamente le proprie perplessità anche al P. Giuseppe Predieri ai Servi “segnius irritant animos demissa per aures, quam quae sunt oculis subjecta fidelibus”. Il panegirico non solo non ha avuto “alcun sinistro incontro” anzi è stato “meritamente applaudito, ma dato alle stampe può egli persuadersi che non sia per procedere alcun sinistro effetto? Siamo in cattive circostanze” perciò, malgrado le ripetute richieste, il miglior consiglio sarebbe differirne per lo meno la stampa. Manifesta poi grandissima soddisfazione che per opera sua si vada accrescendo colà la devozione ai dolori di Maria Santissima.