Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Cosa sta succedendo? Il 1° febbraio il generalissimo, con un proclama del 30, denuncia che il Papa aveva ricusato di eseguire gli articoli 8 e 9 dell’armistizio, anche per poter giustificare l’avanzarsi sui territori pontifici, ordinando al ministro francese Cacault di lasciare Roma. Definita la convenzione col granduca di Toscana, di sloggiare gli inglesi anche da Portoferraio, di non accordare passo alle truppe nemiche della Francia, ed ottenuto il pagamento di un milione di lire tornesi, finalmente, a tambur battente, tra il 7 e l’8 febbraio, 1.600 tra fanti e cavalieri si ritirano da Livorno, marciando verso Bologna. Bonaparte ha la bella pensata di dichiarare di aver esatto quella cifra per giusto compenso alla soldatesca che ha salvaguardato i porti del granducato dalle occupazioni inglesi!

     Il Papa, con un proclama, aveva esortato che i parroci, all’avvicinarsi di truppe francesi, suonassero le campane a martello, per far accorrere la popolazione a contrastarne l’avanzata. Il generalissimo risponde con un editto per avvertire che, qualora lo si faccia, i villaggi verrebbero bruciati. Perciò Pio VI non può opporre che una debolissima resistenza, verso un esercito che in pochi mesi è riuscito a far 100.000 prigionieri delle migliori truppe dell’imperatore d’Austria, preso 400 pezzi di cannone, 110 bandiere, sgominato armate. In soli otto giorni Faenza, Forlì, Cesena, Ravenna, Cervia, Rimini, vengon prese dai francesi, che si avanzano sul ducato di Urbino e sulla marca di Ancona, come se infilassero delle perle d’una collana, raggiungendo Pesaro, Fano, Fossombrone, Senigallia, dove Bonaparte rinnova ed accresce i privilegi della famosa fiera. Riesce persino ad accattivarsi molti ecclesiastici, che cominciano a riguardarlo come protettore della religione e dei suoi ministri. Il 7 ha fatto sapere che la legazione di Urbino sarebbe stata governata da un’amministrazione di sette individui residenti a Pesaro. Getta uno sguardo su San Marino e vi invia Monge, latore di pace e di amicizia.