Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Redarguisce Bertoncelli, “abbiamo motivo di sospettare piuttosto in lui uno spirito di disubbidienza e poco onore alla Religione sua madre, che un vero ragionevole timore di non essere ricevuto in Bologna”, precisandogli “Il passaporto di Mr Miot forse sarà necessario se passa per Firenze, ma non già se passerà per la Romagna, ed anche per Firenze non gli verrebbe negato, tuttavia lo avverte “se ritarda ad ubbidire, badi di non pregiudicarsi” di ritornare a Bologna quando lo vorrà.

     A Pallotta a Città della Pieve raccomanda di andare a Bologna, “né si sgomenti come lo sciocco P. Bertoncelli, il quale teme di non essere ammesso perché il Governo nell’espulsione de’ Forastieri espressamente non richiama i Nazionali”, ma essi rimarranno esclusi se tarderanno, così non andranno né di qua né di là. Lo avverte di aver destinato Boselli a quello studio.

     A Mariani dice di aver saputo che nei provvedimenti sia incorsa anche Reggio, percui Marmaranzana può avviarsi a Borgo San Donnino, “in questi casi si fa come si può”, dimissoria al professo Chiocca, se a Parma fosse troppa l’affluenza faccia partire Sardi e Rossi. (352)

     Il 13 Giuseppe Spina, rientrato a Sarzana sua patria, riceve dal suo vescovo mons. Maggiolo gli ordini sacri nella Casa della Missione. Come attesta Gio. Battista Semeria, presente alla cerimonia, tutti sarebbero rimasti edificati dalla sua devozione. (353)

     L’architetto Giuseppe Caselli fa stampare, con dedica a Sua Eccellenza don Angelo Maria Solaro di Moretta, governatore di Alessandria, l’Orazione funebre in onore di Vittorio Amedeo III recitata il 16 nella collegiata dei SS. Martino e Stefano di Serravalle Scrivia dal proprio cugino e parroco don Pietro Venzi. (354)

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(352) Il 9 ai PP. Piraccini a Cesena (P. Casotti, novizio bolognese chiedere alla s. congreg., riempire i vuoti a Ferrara e Bologna, questi bolognesi non vorrebbero andare in patria, “ma se non ubbidiscono, se ne accorgeranno, mettendosi a rischio di rimanere esclusi dall’una e dall’altra parte”, mentre è inevitabile dar luogo agli espulsi. Lic. per Deaugustinis per Roma, P. Moreni e prof.° Moreni vadano a S.M.N., così Am. Guiducci e prof.° Noccorini, che i conventi facciano miracoli e il priore di Faenza si adatti a tenere una maggior famiglia, prof.° Ag. Cabrini a Sinigallia, dire al reggente l’obbligo della residenza. “Ma siamo in cattivi tempi, e pur troppo se ne prevalgono i mal’intenzionati”), Solinas (continua: vanno colà i PP. Am. Guiducci, Vinc. Moreri, Giac. Fil. Casella, prof.i Gir. Moreni, Giac. Fil. Noccorini, a questo di 15 gg. d’esercizi, che doveva partire da maggio). L’11 accorda al P. Angelico Cardi di state a San Miniato per respirare aria nativa. Il 12 ai PP. Belluomini a Montefiascone (mem. da Ischia di C. contro Simi, tacciato “di negoziante di prima sfera” e di aver recato un cane, poco utile al convento), Marazzani a Borgo S.D. (morte P. Gio Ang. Allocchio, suffragi), Gius. Predieri ai Servi (impiego desiderato), Nicola Pace a Montefano (stanza a Pesaro, richiestaci tramite suo zio, “non abbiamo però mai trattato di venire a patti”), al sig. Luigi Vinay a Torino (suo figlio ha ricevuto in ritardo la pat. per la regg. di Genova essendo il prov. in giro per la visita).

(353) Gio. Battista SEMERIA, Secoli cristiani della Liguria, Torino, 1843, sec. XIX, Giuseppe Spina, p. 404 segg.; SEMERIA, St. eccles. di Genova e della Liguria, p. 119; GIANELLI, p. 37; MORONI, Spina, p. 280; TOMAINI, v. III, p. 414; Hierarchia, IV, pp. 183-84 precisa il 13 nov.

(354) Orazione detta nella Collegiata de’ SS. Martino, e Stefano di Serravalle dall’Arciprete don Pietro VENZI, capo di detta Collegiata, parroco d’esso luogo, e vicario foraneo, in Alessandria, Stamperia Vimercati, pp. I-XXX.