Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


Pagina 200 di 300       

%



     Il 2 al P. Giuseppe Damiani a Santa Maria Nuova “gli si da notizia del generale Armistizio e Te Deum qui cantato, ciò che avrà tolto ogni timore” a lui e ai giovani che l’hanno seguito nella fuga dalla città e convento di Senigallia, invitandoli a ritornare per riprendere le scuole ed il servizio della chiesa. “La fuga in queste circostanze non è il miglior partito, ma bensì quello di raccomandarsi con fervore al Signore”. Anche al reggente Gaddini a Pesaro “Atteso il generale Armistizio, che come qui, sappiamo colà pubblicato, speriamo che saranno cessati i suoi timori. Eravamo già stati prevenuti … e quello, che ci ha sorpresi si è stato l’ordine, che in esso vi abbia molta parte il P. Guiducci, di cui non avevamo sinistro concetto”. (327)

     Il 6 al P. Amadio Scandaliberi ad Ancona palesa gioia per la relazione del prodigio operato da quell’immagine di Maria Santissima e la sorpresa nel sentire che, per timore, qualche religioso si sia allontanato, loda quindi che sia stata esposta, consolidandosi sommamente lo spirituale vantaggio che ne ridonda a quei fedeli, percui gli accorda di trattenersi ancora un po’ e gli compiega la patente di confessore. A Bonfichi a Montecchio “Godiamo che colà sia ritormata la calma e qui segue lo stesso atteso l’Armistizio”. (328)

     Il 15 redarguisce il priore Luigi Baroni a Lucca, permessosi di allontanare gli studenti senza licenza, mandandoli incontro ai pericoli da cui gli altri fuggono. “Data ancora la realtà di siffatti pericoli, dov’è la carità d’un superiore?”. Ne scrive anche al provinciale Gio Angelo Baroni, anch’egli a Lucca, che a motivo dei rifugiati vorrebbe congedare due studenti, Lupini e Marmaranzana, se fossero partiti li richiami, “Oh quanto è vero, che abbisognano più di riforma i maggiori”. P. Bignami scrive da Cesena dove si è diretto, perché in Reggio, dov’è destinato, teme qualche sollevazione di popolo. Caselli la bolla come “Impostura manifesta”, poiché tutte le lettere che si ricevono “assicurano che quei Paesi sono tranquilli”, perciò gli risponde esser un pretesto per coprire la sua disubbidienza. Ha richiamato anche P. Ghirlanda. (329)

* * *

(327) Il 1° luglio al regg. Fil. Giusino a Siena (stud.), il 2 ai PP. Carlo Ben. Silvetti a Montecchio (m.ro di umanità e retorica), Pell. Astesani a Benevento (non vero che P. Conti abbia predic. in Napoli nella scorsa quar., cerchi il modo di farlo licenz. dalla villa del signore napoletano, spoglio fù Zampagni al conv. di San Marino, appena ritroveremo la reliquia di S. Fil., gliela spediremo), Gaddini (continua: chiede del P. Alloggi, del suo viaggio a Bologna che non può dirsi originato da timore), Pell. Facchini (di non aver saputo da lui del panegirico di S. Gennaro, 10 prediche e panegir. sulla Concez., raccomanda di non far triste figura nell’Avvento di Capua, PP. di Venezia per il pulpito), avv. Dom. Mutarelli a Benevento (se ci avesse prevenuto prima su ciò che desidera da questo mons. arciv. Spinucci, avremmo cercato una circostanza per potergli parlare in libertà).

(328) Il 6 ai PP. Bonfichi (continua: inizio scuole, prof.i Deamicis e Cossù non ancora giunti, sig. Ciarlini, regg. Ravanoni, roba a Parma dallo zio), Gius. M. Cella a S. Gius. (“A questo sig. Ab. Ferrini cui fuori della poltroneria nulla può imputarsi”, non ancora pagata la causa addossatagli da quel Convento, che ora si vuole sospesa. Dispiaciuta la partenza dei prof.i Gasparoni e Sardi, massime del secondo accompagnato nel viaggio con Goveani “da cui non potrà apprendere che cattive massime”, prof.° Beltrami), Pell. Artusi a Parma (quar., P. Ferioli, dim. prof.° Brasca e P. Muggetti), Belluomini a S.M.N. (reclamo prof.° Sciocchetti, brutta stanza, bacc. Craviotti, prof.i Cesarini, Deamicis non ancora a Montecchio), Tomei a S.M.N. (armi del Goveani. “Il concluso Armistizio con la S. Sede dovrà ormai togliere ogni timore”, P. Damiani), Baroni a S. Fior. (preteso complotto di quegli stud. a Pesaro, fare processo difficilissimo per la dispersione dei soggetti, P. Guiducci, priore Tazzi, anche il prof.° Pichi rimanga in libertà, risoluzione di Mapelli di portarsi colà da Ancona per i miracoli, e glielo permetterebbe. “Ad una risoluzione e lettera così stravagante noi non rispondiamo, essendo una tal partenza un abuso manifesto delle grazie di M.a SS.ma e della bontà dei Superiori”. Nulla da temere a Pesaro e Senigallia né ad Ancona, perciò tutto torni a posto. Se il regg. Damiani tardasse, ce ne dia avviso. La paura come pretesto come ha fatto P. Padovani per coprire la fuga del regg. Damiani, studio del prof.° Mapelli. “Ci dispiacerebbe però l’ostinazione”), il 9 al P. Pell. Dazzini a Città di C. (avvento a Montefano), al sig. Pietro Giorgio Gatti intendente generale di Alessandria (affari particolari), il 13 ai PP. Belluomini a S.M.N. (laurea di un giov., a Roma sei mesi, prof.° Sciocchetti, bacc. Damiani), bacc. Craviotti a Città di C. (rescr. s. congreg. per esser prom. al magistero fuori di Roma), Ghersi a Siena (Goveani), Pell. Ghirlanda a Città di C. (armistizio, tutto si ripristina com’era, prof.° Pichi, PP. Guiducci, Alloggi), Vinc. Gaddi a Pesaro (Guiducci, Alloggi), Tomei a S.M.N. (P. Selvatici), Al. Giovannini a Piacenza (prof.° Sardi, P. Podestà).

(329) Dal 15 luglio il nuovo registro, O.S.M., Epistulae Priorum Generalium, s. I, v. 45 (1796), ff. 2-60. A Gio Ang. Baroni (continua: processo di Pesaro, P Guiducci, complotto non così serio, leggerezza e non molta perfezione religiosa dei superiori, sua da Perugia, fuggiti da Bologna i PP. Taddei ed Adami, forse da Cesena il P. Magnani, se il pericolo esiste, perché andarvi incontro? E tale risoluzione è vergognosa). Il 16 ai PP. Ermenegildo Bignami a Cesena (“Le lettere provenienti da Reggio portano tranquillità e pace” onde il suo timore “di colà portarsi” è atto di disobbedienza), Am. Baldini a Rimini (faccia sapere se verrà a Roma), sig. Franc. Cuzzoni (aff. partic.), avv. Dom. Ant. Mutarelli (non esser riuscito a parlare il libertà con l’arciv. partito per colà).