Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 22 Caselli si rallegra col P. Mariano Vidiella, eletto provinciale a Bercellona, come ha appreso leggendo gli atti del capitolo da poco celebrato, e gli concede le facoltà di erigere le compagnie, di disporre gli studi, di conferire i gradi, di trattare le cause sino alla definitiva sentenza, di assolvere nei casi riservati e di conferire tali facoltà ad altri, commendando lo zelo del venerabile definitorio in tutti i decreti, raccomandandone a lui l’esecuzione, insomma confidandogli pieni poteri. Anche qui in Italia è necessaria la cura dello studio delle Marche ma, ripristinata, già se n’è ricevuto qualche frutto. Quando saranno fatte le leggi per quegli studi, approvate dal definitorio, chiede il piacere di averne copia. Non vorremmo noi introdurre degli abusi, quasi che ci premesse l’elezione del P. m.ro Ballester in reggente di Barcellona, avendo lasciato piena libertà al definitorio, quando ci ha chiesto di prolungare la sua licenza colà, per cui se impropria ed immatura sembri loro questa elezione, ne scelga altri a proposito, comunque si ringrazia dell’attenzione di averci sottoposto il caso. “Benché riflettiamo, che v’è differenza tra i Mri del Collegio d’Enrico (di Gand) e gli altri fatti ai Capitoli, come dal Capitolo Generale del 1774, citato negli Atti della 3° Sessione. I Maestri di Capitolo fatti in Italia, ritornati in Spagna non possono godere dei privilegi di Maestro, se non dettano per sei anni filosofia o teologia, non così quei d’Enrico”. Quindi “il P. Mro Ballester essendo stato fatto Mro d’Enrico”, secondo il decreto del P Fanelli del 1747 già poteva godere dei privilegi fino dalla creazione di maestro. Ora, aggiungendosi che ha insegnato sei anni teologia nello studio di Genova in qualità di reggente viene ad esser parificato, quindi non dovrebbe parer cosa strana la sua elezione. Tutto ciò sia detto ad abbondanza. Quindi conclude con i saluti al P. Piquer.