Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


Pagina 195 di 300       

%



     Il duca Ferdinando di Parma è strettamente imparentato con Maria Luisa di Spagna, così Ferdinando IV delle Due Sicilie, perciò Sua Maestà Cattolica ha fatto inserire nel trattato di Basilea che persino qualsiasi negoziato tra lo Stato Pontificio e la Repubblica Francese dovrebbe esser concluso con la mediazione di Madrid. All’atto pratico, ben poco giova, tanto più che Ferdinando IV non chiede aiuto al fratello Carlo IV poiché Maria Carolina ed il consigliere Godoy si detestano. L’armistizio di Brescia del 5 giugno ha fatto andare su tutte le furie il re di Spagna.

     Per questo motivo la corte spagnola ha ed avrà un ruolo importante di mediazione con la Santa Sede, già nelle scorse settimane nei negoziati a Bologna del cav. Azara, suo ministro a Roma, stagionato e coltissimo diplomatico, malgrado l’avversione di Saliceti verso “il tiranno delle coscienze, l’apostolo dell’ignoranza”, così vien dipinto Pio VI, per di più con istruzioni eccessivamente vessatorie da Parigi di esigere 50 milioni in contanti oltre a tesori d’arte e pubbliche preghiere di prosperità alla repubblica. Azara si attesta sui 2 milioni ma, essendoci troppa disparità tra domanda ed offerta, tra pretese e disponibilità, Bonaparte il 18 giugno, approfittando di un momento di respiro che gli hanno lasciato gli austriaci, sfodera l’argomento piu convincente, occupando Bologna e Ferrara, ma Azara fa il tirchio, percui l’esercito vien fatto marciare su Ravenna, allora è pronto all’esborso di 20 milioni, rifiutando però di dare il tesoro di Loreto, surrogandolo con un milione, con 100 opere d’arte e 500 preziosi manoscritti.