Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 22 invia al provinciale Testafochi a Vignale il rescritto per trasferire il novizio Sardi da Torino a Reggio, conferma di aver trasmesso le carte, col procuratore gen., sull’adozione del bacc. Ferrero, ammesso alla laurea con Manero, in occasione della prossima dieta o capitolo da tenersi ad Asti. Compiega la citatoria, da presentare a Torino a S.E. il conte d’Hauteville affinché abbia la reale annuenza per implorare un breve o rescritto da Sua Santità, proponendo le segunti persone: provinciale P. Gio Ant. Negri di Caselle socio prov., socio prov. P. Paolo Giuseppe Caselli di Castellazzo, definitore prov. P. Franc. M. Testafochi di Vignale, i definitori provinciali PP. Bonaventura Rossi di Genova, Asinelli d’Asti, Giuseppe Casotti di Torino, Gio Angelo Chiri di Caselle. Nel promemoria presentato a questo ministro cav. Priocca in un paragrafo apposito si precisa, onde evitare strascichi incresciosi, per la carica di socio provinciale, giacché per le altre non vi è difficoltà, di aver consultato a priori gli attuali provinciale, socio e definitore, i quali tutti convergono su Paolo Gius. Caselli, qualora il capitolo si adunasse, percui possono essere proposti ossia sottoposti a Sua Santità. Per definitore si è optato per Rossi anziché Dalla Valle perché proprio di Genova e se egli non vorrà si farà senza di lui, ma non si sarà dato alcun motivo di opposizione al breve. Ma se Testafochi non stimasse appropriato Rossi, lo muti, ma scelga sempre un suddito naturale della repubblica. Il conte d’Hauteville come primo ministro ne riferirà subito a sua maestà oppure lo indirizzerà al conte Graneri per gli esteri.