Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     “Affinché però la Santità Vostra possa ad un colpo d’occhio osservare distintamente il sistema della presente Ospitalità, ho premesse al Catalogo le Circolari già ordinate, e benignamente approvate, e corrette dall’instancabile suo Zelo. Presentano queste l’idea della distribuzione dei sud(det)ti Ecclesiastici ne’ Monasteri, e ne’ Conventi delle Provincie, il metodo tenuto nell’eseguirla colla migliore proporzione possibile, e il regolamento prescritto ai nuovi ospiti per l’indennità della quiete privata non meno che pubblica.

     “Alle Circolari stesse, e precisamente alla prima è unito il piano della divisione delle Diocesi dello stato fra cinque Capo Luoghi, e l’indicazione sommaria insieme del numero de’ Soggetti che in ognuna di esse sono stati ricevuti. Il fatto ha dimostrato ciò che si era già preveduto, cioè che de’ cinque Capo-Luoghi pe’ quali potevano gli Ecclesiastici Emigrati entrar nello Stato, Roma per la via di Civitavecchia ne avrebbe avuto il maggior numero; e quindi non recherà meraviglia, se alla corrispondenza con Roma si riserbò un maggior numero di Diocesi.

     “Coerentemente allo spirito delle stesse Circolari, cioè alle intenzioni sempre miti, e paterne di Vostra Santità, si è avuto per principale oggetto di proceder sempre in guisa che nella esecuzione del sistema trionfassero costantemente la sola persuasione, e la carità, e a questo fine si è sempre mantenuta aperta co’ Vescovi, co’ Regolari, e cogl’Emigrati un’amichevole corrispondenza, a sostenere la quale, senza notabile incommodo dell’Emo Segretario di Stato, ho creduto di prender sopra di me il peso delle Minute, che ho per altro religiosamente mandate alla Segreteria per la Firma dell’Eminenza Sua, affinché il tutto portasse l’impronta della volontà Sovrana, e il tutto si riconoscesse emanato dalla vigilanza, e dalla beneficenza della Santità Vostra.