Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     A don Jeunier du Roux a Loreto, arrivato dagli sconvolgimenti della Francia ed accoltovi da P. Struzzieri, che esule dalla patria, da dignità e da comodi, gli ha scritto come ad un padre, risponde paternamente “rassegnandoci … ai voleri del Signore in tutte le vicende di questo Nostro temporale Pellegrinaggio, dobbiamo benedirlo anche nelle più sensibili contrarietà”.

     In previsione dei prossimi esami del 15 aprile, ricorda che i candidati dovranno essere a Roma il 13 e pagare 2 paoli ciascuno al giorno al priore fin che non ripartiranno, ingiungendo di non mettersi in viaggio troppo presto: una circolare di questo tenore viene inviata ai PP. Antonio Selvatici, Pellegrino Panzacchi e Alessio Castellani (a Senigallia), Gregorio Bonavita e Gio Batt. Craviotti (ai Servi ed a San Giorgio), Sostegno Gaetano Corsetti e Bonfiglio Gariboldo (a Reggio), Giuseppe Ferreri, Nicola Giannetti, Giacomo Filippo Lodi e Giuseppe Campagna (a Lucca), Pellegrino M. Beltrami ed Alessio Robotti (a Parma), Pellegrino Podestà (a Piacenza), Pietro Mariani e Nicola Pace (Santa Maria Nuova), Arcangelo Cella, Filippo Vinay e Luigi Quesada (a Faenza).

     Il 29 partecipa al P. mro Gio M. Baynat, provinciale in Spagna, che l’emo card. de Bernis, virtualmente, dato i tempi, arciv. di Alby, in Francia, ed il degnissimo di lui nipote, arciv. di Damasco suo coadiutore nell’arcivescovado con futura successione, assicurano che don de Boyer loro vicario generale, accolto come esule nel convento dell’O.S.M. di Villa Rotonda, nella Catalogna, “è per dottrina, e per nascita, e per pietà celebre, e perciò a tutti e due sommamente caro”, percui lo raccomanda alla massima “Religiosa Carità”, chiedendo anche notizie della lettera spedita a Barcellona all’ex provinciale Bonfiglio Picquer. Possiamo ricordare che, fino a poco fa, il card. de Bernis è stato uno dei più brillanti ecclesiastici e diplomatici, ambasciatore di Francia a Roma, famoso per i sontuosi ricevimenti a palazzo De Carolis affacciantesi sul corso, e rimarrà nell’Urbe fino alla morte, che avverrà nel 1794, stimato per la fedeltà alla Chiesa e dedito all’assistenza del clero emigrato. In seguito alla rivoluzione francese gli era stato chiesto, nel 1790, il giuramento alla nuova costituzione civile del clero ma, avendolo egli espresso con riserva, il 30 gennaio 1791 era stato ritenuto nullo dall’Assemblea, quindi il 23 febbraio, formalizzato il suo rifiuto di aderire, tutti i suoi beni in Francia erano stati confiscati. (66)

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(66) Il 30 ai PP. Gian Paolo Dedeo a Castel San Giovanni (approv. da mons vesc. confess. dei secolari), bacc. Gio Ang. Locatelli a Senigallia (ven. di quar. invit. dai march. Baviera col consenso di sua emin., purché non causi pregiudizio alle sue incombenze), Am. Baldini a Rimini (chiesa nobilitata con altar magg. in marmo), Bernasconi a Pergola (Curti imbarcatosi per Chioggia, il pilota al ritorno ha raccontato che voleva pagarlo con una camicia, rifiutata per carità, dicendogli dover recarsi a Venezia per esporre al Patriarca il motivo della sua fuga: ne informi P. Celsi, prossimo a recarsi ad Imola per la quar., che ne ragguagli i religiosi).