Carlo Piola Caselli
Ricordi storici, risorgimentali ed europeistici
nell'Archivio Piola Caselli


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     Non sorte migliore toccava a Pierubaldo il quale, dopo aver lavorato, come abbiamo visto, nell’ìndustria, prima che venisse paralizzata, per motivi politici, dalle autorità, veniva assegnato al comando della 5.a compagnia del battaglione territoriale 37 bis di Bressanone, incarico che richiedeva molto tatto, trattandosi di zona di confine e di popolazione di lingua tedesca. Erano stati segnalati due fatti, a Roma, molto importanti, e cioè che tutti i ponti erano stati minati e si attendeva ordine per farli saltare, tantopiù che erano stati notati movimenti, al confine, di cittadini, di doppia nazionalità, o che andavano a trovare dei parenti, che entravano, per le vacanze, portandosi però le armi. Tuttavia, armati o non armati, essendo in quella zona quasi tutti cacciatori, per tradizione, esse non mancavano alla popolazione. La notizia ufficiale del fatidico armistizio dell’8 settembre faceva sollevare tutta la popolazione di lingua tedesca, l’esercito tedesco era lì pronto ad entrare, percui tutti gli ufficiali italiani di guarnigione son stati immediatamente presi, senza che potessero opporre resistenza, ed internati in campo di concentramento. Perdipiù, non potevano nemmeno farsi accender la fantasia di tentare la fuga, per il semplice motivo che, essendo dapprima confinanti con nazione “amica”, quasi tutti risiedevano lì regolarmente con mogli, bambini, madri, sorelle, cognate, suocere, bambinaie, tutte persone che erano diventate, automaticamente, ostaggio dei tedeschi. Bisogna però dire che, scorrendo birra, vino e sidro a fiumi, mentre le donne del luogo, in un intimo slancio patriottico, facendo baldoria e ballando nelle piazze tutta notte, non offrivano soltanto da bere, alle famiglie degli ufficiali non è stato fatto alcun male, solo si son dovute trattenere, in ostaggio, per un poco più di un mese, prima di avere il permesso dalle autorità tedesche, che ormai governavano la regione, di tornare alle loro case d’origine. La famiglia di Pierubaldo è riparata poi a Bellano, sul Lago di Como, e vi è stato solo un fatto spiacevole, durante il periglioso viaggio, iniziato in carrozza e proseguito in treno, con tappe a Trento ed a Verona: l’albergatore di Trento, che conosceva bene la famiglia sua cliente, per via delle miniera di berillo in val Masul, correva incontro alla signora Teresa Adamoli dicendole che l’hotel era stato requisito, di rivolgersi al gerarca tedesco, percui Fiorenza, diplomata in lingue, francese, inglese e tedesco, per di più in esercizio, essendo stata spesso a Merano e venendo da Bressanone, con un neonato al collo, gli richiedeva una stanza per la notte, ma egli non faceva che ripeterle “non capisco, non capisco”, come se avesse dovuto apprendere un difficilissimo teorema. A Verona invece era suonato l’allarme per i bombardamenti aerei: il piccolo Carlo Piola Caselli, nato da un centinaio di giorni, riceveva così il suo battesimo di fuoco.