Carlo Piola Caselli
Ricordi storici, risorgimentali ed europeistici
nell'Archivio Piola Caselli


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     Dario, fratello di Pierubaldo, ha fatto la campagna di Russia: una dichiarazione del gen. Oreste Moricca, che l’aveva già avuto al suo fianco a Zara, afferma che proveniva dal 9° regg. bers., era passato al 6° regg. bers. (Bologna), da dove è partito, il 16 luglio, via Udine, Lubiana (17 luglio), coste del lago Balaton in Ungheria (affollatissime di villeggianti), Budapest (accecante di luci), quindi arrivava a Stalino, sede della direzione Tappe, (63) assegnato alle dipendenze del comando intendenza dell’8.a armata, seguendo così tutte le vicende di essa, con spostamenti a Worosc(h)ilowgrad, (64) combattendo contro carri armati russi “grandi come case” di 60 tonnellate, e poi, nell’inverno, (65) più a nord, a Gomel, zona assegnata per il riordinamento dei resti della stessa, che venivano riuniti nel 2° c. d’a. speciale, successivamente richiamato in Italia, dove anch’egli rientrava il 3 giugno 1943; in un primo momento, veniva inviato al campo contumaciale di Udine, quindi raggiungeva il comando dell’intendenza della 7.a armata della quale era nuovamente a capo il col. Moricca, ma a metà luglio 1943 doveva esser ricoverato all’ospedale militare di Cava dei Tirreni, per polmonite e bronchite diffusa, febbre a 39°, ed il 26 partiva con un treno ospedale per la riviera di Riccione (forse anche in seguito ai bombardamenti di Salerno), quindi il 7-8 settembre si sottoponeva ad una visita collegiale di controllo all’ospedale militare di Bolzano. (66) Ma non dovevano finire qui le peripezie poiché, dovendo sfuggire ai tedeschi che facevano prigionieri tutti gli italiani in età valida, con 26 soldati ed un tenente medico, salivano sulla Mendola, dove trovavano ghiaccio, neve, vento gelido, peggio che in Russia, e per di più “fame, fame”, prendevano qualche pecora e gallina, promettendo sarcasticamente ai proprietari che li avrebbero fatti rimborsare dal governo di Badoglio (secondo ordini ed assicurazioni ricevute a Bolzano dal col. medico ed il bollettino letto più tardi dal Maresciallo stesso) ed anche se non ci credevano gliele lasciavano, poi, per montagne, si dirigevano verso Brunico e Sondrio, dieci mesi di questa vita tra rare popolazioni molto povere (che comunque quel poco che avevano se lo nascondevano), mentre i tedeschi a valle attendevano che, non potendo più resistere, scendessero a consegnarsi, come molti hanno preferito fare.

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(63) ) La direzione Tappe provvedeva vigilanza e protezione degli impianti incontrati, delle opere d’arte, lungo le vie ferroviarie, ordinarie e fluviali, degli stabilimenti di interesse militare, sull’osservanza di leggi, regolamenti, bandi ed ordinanze da parte della popolazione, servizi per truppe e convogli in sosta o di passaggio, massima cooperazione col servizio trasporti e disciplina del traffico. Come risulta da una fotografia, Dario era sicuramente a Worosc(h)ilograd il 1° ottobre e, secondo una sua lettera, il 13 dicembre 1942. Franco, secondo quanto scrive il cugino Dario, pochi giorni prima era vicino (ad un centinaio di km.), a Starobelsk.

(64) ) Moricca il 22 dicembre 1942 aveva avuto ordine dal gen. di c. d’a. Zanghieri di posizionarsi al centro per difendere i due ponti sul Donez, del tratto di fiume e della città, come si legge anche in SME, Uff. Stor., Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943), Roma, 1993, alle pp. 701-02: si trattava del Ponte Dux di Nessalaja Gora e del Ponte Rex di Luganskaja e vi venivano schierati i battaglioni 450 e 454 T.M. al comando del col. Moricca, direttore delle Tappe, cui veniva anche affidata la difesa della città, malgrado le insidie dei boschi in cui si annidavano i franchi tiratori, come si legge in “Intendenza 8.a Armata, Direzione delle Tappe, Relazione sulla attività della direzione Tappe, giugno 1942 – marzo 1943, alle pp. 71-72. Oreste Moricca aveva conquistato la med. d’oro per la scherma alle olimpiadi di Parigi nel 1924. Era andato in Russia agli ordini del gen. Messe.

(65) ) Infatti, secondo il suo carteggio, Dario il 21 gennaio 1943 scriveva da Karkov; il 30 marzo dava, succintamente, notizia di un accerchiamento nemico, al quale erano finalmente riusciti a sfuggire facendo un bagno gelato (senza buscarsi nemmeno un raffreddore, ma forse lo scriveva per non allarmare), e sicuramente risulta a Gomel l’8 aprile ed il 9 maggio 1943: la censura militare spesso cancellava i riferimenti geografici; essendo esperto di merceologia, vi sono delle osservazioni sull’industria e sui mercati, di notevole interesse, oltre a quelle generali che, grazie ai suoi compiti, si avvalevano di una panoramica maggiore. Il tonnellaggio dei carri armati avversari, in una lettera di Dario del 24 feb. 1943 al gen. Renato Piola Caselli, dove precisa di occuparsi di “tappe di linea, non di retrovia”. Vi è anche testimonianza di una visita al fronte di Marinetti.

(66) ) Da un appunto di Dario Piola Caselli: “7 Sett. 1943 All’ospedale Collegiale di Bolzano per visita di proroga malattia contratta in Russia e riconosciuta solamente il 3.6.1943 ad Udine al Campo Contumaciale Reduci”.