Carlo Piola Caselli
Ricordi storici, risorgimentali ed europeistici
nell'Archivio Piola Caselli


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     Questi aveva fatto la guerra al fronte sin dall’inizio, come aspirante ufficiale quindi come ufficiale, e Luigi Barzini gli aveva dedicato ben due puntate del “Corriere della Sera” per narrare la sua fuga dalla prigionia, prima di essere internato, essendo dovuto atterrare in territorio austriaco per una panne al motore, con il suo capitano osservatore Filippo Mattioli, fratello del min. della real casa (che, fino ad allora, si era sempre disinteressato di lui), il quale compiva in prima persona le imprese rischiose. Per questo e per il prosieguo delle azioni al fronte Adamoli aveva avuto la medaglia d’argento, con motivazione da medaglia d’oro (diceva scherzando che questa si era persa nei corridoi del ministero!), passava quindi collaudatore alla Pomilio a Torino, infatti si conserva la medaglia d’oro dell’azienda con scritto “La Pomilio ha varato il suo millesimo aeroplano” ed infine aveva progettato e realizzato il prototipo, con l’ing. Enea Cattani, dell’aereo Adamoli-Cattani, con l’ala a profilo variabile; (61) dal 1927 al 1929 è stato segretario generale dell’aerocentro da turismo di Milano, costituito con il valoroso pilota della “Serenissima” conte Piero Ferretti (presidente, padre dell’eroe aviatore caduto nella seconda guerra mondiale), è stato negli Stati Uniti per l’elica metallica Rietti e dal 3 novembre 1934 al 14 aprile 1935 ha compiuto, con un Ca.111, un raid transafricano, spingendosi fino in Madagascar, (62) percorrendo circa 40.000 km., in 232 ore di volo, alla ricerca dei minerali di berillo, poiché le leghe be-cu-al avrebbero conferito al prodotto una leggerezza maggiore di quella dell’alluminio ed un resistenza maggiore dell’acciaio ma, in un primo momento, all’atto pratico, il berillio volatilizzava, malgrado si fosse tradotti dal tedesco i volumi della Siemens ed avesse compiuto prove su prove nel laboratorio che aveva adibito. Finalmente, brevettava le leghe madri e diventava di fama internazionale in questo settore. Metteva su un’industria, a Chivasso, che sarebbe stata spiata da giapponesi, tedeschi ed americani, con tutti i complessi macchinari da lui ideati, dopo aver visitato molti impianti metallurgici di tutta Europa, con il suo aeroplano rilevato da Arturo Ferrarin (si conservano i libri di volo con gli autografi di questo pioniere, le fotografie del velivolo e la chiave). Aveva poi viaggiato molto, alla ricerca di minerali per la sua industria, in Portogallo, Spagna, Francia, Grecia ed in tanti altri luoghi.

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(61) ) Luigi MANCINI, Grande enciclopedia aeronautica, Milano, 1936, voci “Adamoli” ed “Adamoli-Cattani”.

(62) ) Carlo Adamoli ha conquistato due primati: primo aeroplano non francese atterrato in Madagascar (primo pilota italiano atterrato) e primo volo Madagascar-Salisbury senza scalo. Il raid era sponsorizzato dal Ministero dell’Aeronautica, che aveva fornito il “caproni”, essendo troppo piccolo l’aereo personale di Adamoli. Questa traversata era talmente temeraria, per l’epoca, che, malgrado le ampie discussioni preliminari con gli assi francesi Assolant e Lefèvre, quelli della traversata atlantica, i quali erano decisamente contrari, era stata talmente ben calcolata da Adamoli che si rivelò un successo tutto italiano.