Carlo Piola Caselli
Ricordi storici, risorgimentali ed europeistici
nell'Archivio Piola Caselli


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     Il sen. Eduardo ha avuto un figlio, l’avv. Carlo, il quale ha combattuto anch’egli nelle due guerre mondiali, come ha voluto scritto nel suo necrologio e come raccontava il gen. Pasqua, che era stato sul fronte jugoslavo con lui. Una figlia di Carlo e di Lucia Chiovenda, Antonietta, avendo sposato il conte Fabrizio Caccia Dominioni, della linea di Paolo, il col. rimasto famoso per il suo atto di “pietas” ad El Alamein, si son dovuti trasferire a Bruxelles per l’Euratom.
     La figlia di Alda, Maria Teresa o Musetti Orlando, aveva sposato il principe Fabrizio Pignatelli di Cerchiara, anch’egli valoroso ufficiale nella grande guerra, come è scritto nel diario del sen. Paolo Orlando. Cavalleresco senso di abnegazione la dedica alla futura sposa: servire lei come aveva servito la patria (54)
     Alessandro, ha avuto due figlie ed un figlio, nati in Francia, la maggiore ha aiutato nella resistenza d’oltralpe, malgrado la giovane età, soprattutto nel recapitare i messaggi.
     Della linea di Antonietta Eufrasia possiamo ricordare il nipote Giuseppe o Peppino Visconti, proprietario del castello di Ozzano Monferrato, prefetto, che aveva avuto, tra gli altri, da Bice, Emanuele, ufficiale di cavalleria, e Pieretta, sposata con il principe Filippo Caracciolo di Melissano, all’epoca ten. dei lancieri di Montebello, poi in seconde nozze aveva sposato la crocerossina Carlotta Renée Albertone. Peppino aveva varie sorelle: Maria Luisa aveva sposato Amante ed avuto un figlio, Pier Giorgio, caduto nell’ultima guerra; Sofia aveva sposato il gen, des. d’a. Arturo Vacca Maggiolini il quale, per la sua carica di presidente della commissione d’armistizio con la Francia, incarico non delicato ma delicatissimo, aveva frequenti colloqui con Mussolini, percui non solo osservava ed annotava che faccia facesse il duce alle notizie (rimaneva sempre imperturbabile, anche se pochi valenti generali lo mettevano sull’avviso della gravità della situazione militare), ma si permetteva di fare persino della sottile ironia, mai fuori luogo, che comunque passava, anche per una specie di rispettoso compiacimento da parte del dittatore, che annuiva; Emanuela aveva sposato il gen. di c. d’a. Giuseppe De Stefanis, sottocapo di S.M. all’epoca di Roatta, (55) che sognava di poter operare ottime scelte di uomini nei posti di maggior responsabilità, ma non ha fatto in tempo, poi dopo la guerra si è dedicato alla lampada della fraternità, in ricordo di tutti i caduti senza distinzione.

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(54) ) Era fratello del romanziere Valerio Pignatelli (che in una dozzina di libri d’avventura ha vivacemente illustrato le gesta dell’antenato Andrea Pignatelli di Cerchiara, col. dei dragoni di Giacchino Murat), spirito irrequieto, cinque med. d’a. al v. m., duellista, diplomatico, si dedicò alla controrivoluzione russa, alla rivoluzione messicana (acclamato imperatore per 10 giorni in una provincia del sud) ed al tentativo di clonazione della R.S.I. al sud, tanto da esser soprannominato “il principe nero”, nell’ambito di quel dissenso clandestino che serpeggiava, avvalendosi della possibilità di dare sfarzosi ricevimenti, a Napoli, con la coraggiosissima terza moglie, cui partecipavano anche alti ufficiali inglesi ed americani e molti intellettuali come Curzio Malaparte. L’altro fratello, Andrea, era caduto sul campo alla Dihowa, presso Monastir (Jugoslavia) il 26 marzo 1917.

(55) ) Giuseppe De Stefanis ha partecipato al consiglio della corona nella sala don Chisciotte al Quirinale delle ore 18 dell’8 settembre 1943 invece di Roatta, che era irreperibile. Gli interrogativi sulla difesa di Roma sono stati catalogati da Manuela D’Agostino dell’INSMLI. Non è questa la sede idonea per un dibattito così complesso, ma donna Emanuela Visconti di Ozzano ha assicurato lo scrivente che nulla sapesse il marito dell’armistizio, infatti avevano sfollato mobilio ed argenteria nei loro possedimenti al nord ed il vagone andò perso; al funerale coprì la bara con la bandiera italiana con croce sabauda.