Carlo Piola Caselli
Ricordi storici, risorgimentali ed europeistici
nell'Archivio Piola Caselli


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     Giuseppina (n. 1822) ha sposato (1843) Luigi Deleuse (figlio del sen. Gaetano), incaricato nel 1848 dal sindaco di Dogliani di sovrintendere agli affari della guardia nazionale, tanto da riuscir a liberare anche i paesi vicini dalla banda dello Stella e nel 1851 aveva prescelto 200 militi fidati per andar a render onore al re transitante per Montezemolo, quindi era entrato, quello stesso anno, come sottosegretario, al ministero della guerra a Torino, per poi trasferirsi, con la capitale, a Roma. Ricordiamo solo, dei loro cinque tra figli e figli: Gustavo Deleuse, avendo preso parte, come volontario, alla campagna del 1860 ed entrato poi al ministero della guerra come capo sezione (fino al 1895); Emilio Deleuse, uscito sottoten. dalla scuola di Modena (1865), battutosi valorosamente a Custoza, indi alla presa di Roma, trascorso un periodo allo S.M. era passato nei bersaglieri, per reprimere il brigantaggio in Sicilia, poi nel 1890 andava per conto proprio in Argentina e poi si fissava a Genova come giornalista. (44)
     Giuseppe Alessandro (45) (Alessandria, 1825 - Torino 1910), un altro eroe delle campagne risorgimentali, stava percorrendo la propria carriera nella marina militare, quando ha avuto l’dea, sicuramente pressato anche dalle circostanze, di presentarsi a Cavour, a Torino, per esporgli il piano di seguire Garibaldi a latere, nella spedizione di Sicilia. Ma lo statista si era detto subito estremamente contrario che un ufficiale si avventurasse in tali missioni. Laonde, triste e taciturno, riprendeva il treno per tornare a Genova ed imbarcarsi sull’unità di cui aveva il comando senonché, arrivato stanco ed affranto, trovava il “placet” del presidente del consiglio, che vi aveva nel frattempo riflettuto, alla condizione che si dimettesse, pro-tempore, dalla marina militare sarda. Diveniva così ministro della marina nel governo dittatoriale di Garibaldi in Sicilia, insomma il fiduciario di Cavour e del re, fortemente voluto dal generale, nel delicato compito di regolare i cordoni della borsa, specialmente per pagare la flottiglia di barche, per lo più da pesca, atte al passaggio dello stretto di Messina per risalire quindi la penisola fino a Napoli. Aveva conosciuto Garibaldi quando, ufficialetto sull’”Aquila”, nei primi anni della sua quarantennale carriera, era stato al mar del Plata, poiché i governi locali preferivano, come osservatrice, un’unità militare di un piccolo stato, che non aveva grandissimi interessi in loco come invece avevano la Francia e la Gran Bretagna, a far da ago della bilancia. Altra delicata missione alla quale aveva partecipato, era stata quella in Levante, poiché le isole dell’Egeo erano ancora sotto la dominazione turca. Avendo avuto l’ardimento, nell’agosto 1860, di entrare, al comando del”Tukery”, nel porto di Castellammare di Stabia, nell’intento di trarre fuori il vascello borbonico “Monarca”, per scuotere la marina delle due Sicilie, trovatosi il fuoco dell’artiglieria portuale addosso, riuscito a fuggire in mare, ma rottosi un cilindro della macchina, aveva rischiato ancor di più, percui era stato decorato dell’O.M.S.: anche di lui è stata ricostruita tutta la carriera militare.

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(44) ) Roberto ALBANESE, Emilio FINOCCHIARO, Maristella PECOLLO, Javelli-d’Aronco. Idee e stili per la grande Cuneo, 1987, pp. 30-32.

(45) ) Secondo le varie epoche della sua quarantennale carriera, firmava prima “Giuseppe Piola”, poi “Giuseppe Alessandro Piola Caselli” mentre la via a lui dedicata ad Ostia Lido è indicata come “Alessandro Piola Caselli”.