Carlo Piola Caselli
Ricordi storici, risorgimentali ed europeistici
nell'Archivio Piola Caselli


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     Molti sono i libri che parlono di lui, ma l’episodio più eclatante è la sua controfima apposta, per accettazione, nell’atto di capitolazione della piazza di Gaeta, il 13 febbraio 1861, avendo avuto un ruolo molto attivo nell’assedio, per tutte le complicanze politico-diplomatiche che, nella sua qualità di capo di stato maggiore dell’armata, doveva seguire accanto a Cialdini, il quale, per riconoscenza, in occasione dell’espugnazione della roccaforte di Messina, un mese dopo, gli conferiva una spada d’onore, conservata anch’essa a Porta Pia; è stato poi inviato a Londra per assistere, a nome del governo italiano, ai funerali di Napoleone III. In corso d’opera abbiamo la ricostruzione, con documentazione dettagliata, della sua carriera.
     Egli aveva sposato Teresa dei Marchesi Costabili, donna fatale piena di fascino, tanto che molti cavalieri avevano preferito passare a miglior vita, per non esser entrati nelle sue grazie: nell’epoca romantica in cui era sbocciata, usava così! Discendeva da quell’Antonio Costabili, (37) ambasciatore presso Ludovico il Moro, (38) che aveva fatto edificare per il signore di Milano il palazzo di Ferrara, su progetto di Biagio Rossetti, con affreschi del Garofalo (tra cui Vulcano indispettito per le licenze amorose tra Venere e Marte) che poi, per le vicende politiche, non solo non venne abitato dallo Sforza, ma rimase incompiuto, tuttavia la prospettiva del cortile è talmente suggestiva che tutti l’ammirano. I Costabili sono famosi non solo per aver legato alla loro memoria questo palazzo ed altri importanti edifici: uno di loro condivideva un beneficio ecclesiastico con Ludovico Ariosto ed avevano raccolto importanti opere d’arte.

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(37) ) Ricordiamo che, dopo esser stato al servizio, in armi, di Ferrante d’Aragona ed esser stato luogotenente del padre nella guerra contro Venezia, si era distinto nella liberazione di Argenta ed alla Stellata, affrontando gli spietati schiavoni dalmati, bloccandone l’avanzata verso Ferrara, percui il duca Ercole I d’Este gli aveva conferito il cavalierato dello speron d’oro.

(38) ) Ludovico il Moro, benché affascinato da Lucrezia Crivelli, era sposato con la giovanissima Beatrice d’Este, ecco perché aveva cercato di adibirsi un rifugio in questo ducato, ma, avendo poi perso irreparabilmente il suo stato, finiva prigioniero in Francia, nel castello di Loches. Beatrice, nel frattempo, era morta, prima che iniziassero le sventure del marito. Ella aveva contribuito a rendere la corte milanese una delle più fastose ed ammirate d’Europa.