Carlo Piola Caselli
Ricordi storici, risorgimentali ed europeistici
nell'Archivio Piola Caselli


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     Suo fratello, Maurizio Heldewier, era stato accreditato a Torino dalla corte dei Paesi Bassi, per riprendere le relazioni diplomatiche che erano rimaste interrotte, ed in una lettera del 24 settembre 1860 a Cavour, conservata all’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Esteri, si dice particolarmente onorato di poter così incontrare uno statista di tale levatura.
     Possiamo concludere questo paragrafo osservando che, mentre negli ultimi giorni di vita il card. Caselli aveva ricevuto la visita dell’ex imperatrice Maria Luigia, che era divenuta duchessa di Parma, il barone Albert Heldewier riceveva la visita della regina d’Olanda, Sofia del Wurttenberg: era il modo dell’epoca per ringraziare, in un estremo saluto, dei preziosi consigli ricevuti dalla corte.
     Dal matrimonio tra Carolina e Luigi Piola Caselli, referendario al Consiglio di Stato, nascevano Carlo Alberto, Giovanni e Rosina. Il primogenito ha avuto come madrina la regina Maria Teresa e per questo motivo porta il nome del re: essendo stato battezzato nella cappella palatina, assai più nota come cappella della Sindone, dall’arcivescovo di Torino, non è stato registrato, come tutti i mortali, nelle liste parrocchiali che venivano passate alla leva militare.
     Il secondogenito, Giovanni (Torino 1851 – Milano 1928), ha percorso invece la carriera militare in artiglieria, fino al grado di colonnello comandante, allorché ha fondato il 1° regg. di Artiglieria da Fortezza scambiando il 1° novembre 1902 i brindisi con S.A.R. il duca Emanuele Filiberto di Savoia Aosta: oltre agli articoli sui giornali dell’epoca, si conserva persino il cartoncino del menù in occasione del pranzo di gala e, dell’invitto principe che avrebbe comandato la famosa terza armata, la foto con dedica, con cornice sormontata dalla corona reale. Il ministero, su proposta dell’ispettore delle armi, ha determinato di tributargli l’encomio per l’efficace concorso alla soluzione della questione dell’impiego delle cartucce difettose, quando era direttore della fabbrica d’armi di Terni, coadiuvando l‘ispettore medesimo. Poi il ministero gli tributava altri elogi per i risultati della scuola centrale di tiro da fortezza del 1904, confermandolo direttore. (32) E’ infine ricordato anche nella famosa Storia della artiglieria italiana del gen. Carlo Montù. Si conserva la documentazione relativa alla sua carriera militare, una bella raccolta di cartoline militari reggimentali, inviate dai suoi colleghi, comandanti di vari corpi, e studi vari. Ha rinunciato al proseguimento della carriera poiché, essendo rimasto prematuramente vedovo, per l’epoca era ritenuto di cattivo esempio verso i giovani che corteggiasse un signora inglese divorziata!

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(32) ) Dispaccio 15276 del 21.VI.1902 ed apprezzamento olografo del ten. gen. ispettore Mangiagalli “per l’opera sua attiva ed intelligente … per il miglior andamento di questo importante stabilimento e … efficacemente concorso allo studio ed alla soluzione di diverse e gravi questioni”, Roma, 5.X.1902; dispaccio 2265 del 29.IV.1905.