Quirino Croce


Articolo "La morte di Quirino Croce" pubblicato su "Secolo Sera" del 21 marzo 1931

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      A poco più di quarant'anni si è spento ieri nel sanatorio di Garbagnate, dov'era ricoverato da un paio di mesi per le condizioni della sua salute fulmineamente aggravatesi, il cav. uff. Quirino Croce, che fu già valoroso volontario di guerra e col manipolo corridoniano partecipò all'eroico episodio della Trincea delle Frasche, rimanendo gravemente ferito e meritandosi per il suo contegno la medaglia d'argento al valore.
     Interventista della primissima ora il Croce, che da modesta posizione aveva saputo, per lo schietto patriottismo e la vivace intelligenza primeggiare specialmente nella campagna contro il disfattismo dopo i giorni di Caporetto, era stato prigioniero per oltre un anno in Austria. Deciso a tutti i costi a fuggire ed ottenere il rimpatrio si sottopose a sofferenze inenarrabili, tanto da contrarre la tremenda malattia che valse nel 1917 a fargli rivedere l'Italia, e che oggi purtroppo, l'ha condotto alla tomba.
     Animo ardente si prodigò, nonostante le precarie condizioni della sua salute, durante i lunghi mesi che precedettero la vittoriosa riscossa italiana, e non potendo tornare al fronte diede tutto se stesso ai Comitati per la resistenza interna. Tra i fedeli del Fascismo fin dalle prime ore dei tempi eroici fu camicia nera entusiasta animata sempre da sincero spirito di sacrificio. Aveva rinunciato a beneficio dell'Erario agli assegni che gli erano dovuti per la sua invalidità, e per le decorazioni. Al Museo Storico aveva fatto dono di interessanti e preziosi cimeli della grande guerra, e da qualche tempo si era dedicato a raccogliere i suoi ricordi intorno al manipolo corridoniano, pubblicando un primo pregevole saggio dell'opera, che la morte immatura ha crudelmente interrotto. E' fra i suoi titoli d'onore quello di aver partecipato con ogni ardore all'azione che i Volontari di Guerra svolsero durante le storiche vicende che segnarono il sorgere, affermarsi e trionfare dei Fasci di combattimento.
     I suoi funerali avranno luogo venerdì 12 corr. alle ore 9, dalla casa di via Losanna 19.
     Rivolgendo alla memoria del valoroso combattente un commosso pensiero, inviamo alla famiglia dello scomparso sentite condoglianze.

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     Fra i ricordi di guerra è da segnalare un interessante opuscolo — preludio di un volume in preparazione che avrà per titolo «Un volontario in guerra e in prigionia» — dedicato da Quirino Croce all'eroica figura del sardo Romolo Bitti, volontario del nucleo corridoniano, ferito alla trincea delle Frasche, e scomparso poi — colpito in pieno da una granata austriaca — in un'azione nel Trentino.
     Ricordata in una commossa sintesi la vita esemplare e dolorosa di Romolo Bitti, il Croce rifà la storia delle prime vicende del gruppo dei volontari di guerra arruolatisi con Filippo Corridoni nel 68.o Fanteria in Milano, e v'inquadra dandole il risalto di cui essa è degna la figura dell'eroe sardo, anima quasi mistica di combattente fedele al dovere fino al sacrifizio supremo. La rievocazione del Bitti, e di altri volontari partiti con Pippo Corridoni, dà poi occasione al Croce di ricostruire con minuziosa documentazione alcuni dei notevoli episodi di guerra che consacrarono il valore dei volontari.
     Particolarmente importante risulta la descrizione, in tutte le sue fasi della conquista della Trincea Frasche, dove appunto, come è noto, trovò morte gloriosa, mentre ritto sulla trincea incitava i commilitoni alla resistenza, Filippo Corridoni. I vari momenti di quell'azione svoltasi il 23 ottobre 1915 e durata tutta la notte sul 24 — azione alla quale parteciparono 102 volontari di cui: 32 trovarono la morte. 96 vennero feriti, 12 decorati al valore — sono ricordali con la commozione e l'esattezza di chi, avendovi partecipato, è in grado di incidere ogni dettaglio delta realtà. La descrizione è arricchita e resa quindi anche più interessate, da vari documenti, tracciati e schizzi fotografici, forniti dall'Archivio di Guerra del Museo del Risorgimento di Milano.

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