Paolo Orlando
L'Archeologia e l'Ingegneria moderna per il Porto di Ostia


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     Le onde dominanti, cioè le più temibili, sono date dal Libeccio, il vento di maggior percorso, cioè di 358 miglia marine dalla costa d'Africa. La diga di sopraflutto è chiamata a resistere all'impeto fortunoso di queste onde colla sua conformazione razionale e la sua struttura semplice e salda.
     A ridosso di questa diga e sopra una calata larga 75 metri, lunga 2.095, arredata convenientemente di moderni impianti per l'imbarco e lo sbarco di merci e passeggieri, di impianti ferroviarii raccordati alla Roma-Ostia, si svolgeranno nuovamente tra Roma ed il mondo traffici più sicuri e continui di quelli che ebbe l'antico porto. Sopra la calata medesima è prevista la costruzione di un'autostrada collegata a quella già in progetto tra Ostia Nuova, e Roma pel più celere e meno costoso trasporto nell'interno della città delle merci di dettaglio.
     Si calcola che su ogni ml. di banchina si possano far passare 500 T. all'anno di merci; il porto servirà dunque comodamente un traffico di oltre annue T. 1.000.000, nè, per molti anni, occorrerà provvedere alla costruzione di nuove calate, perchè nei porti a traffico intenso, come Genova, il coefficente d'utilizzazione delle banchine raggiunge anche le 1.000 T.
     Il presumibile movimento commerciale del porto fu determinato nel progetto del 1914 in 700.000 T. all'anno per una popolazione di allora circa 517.000 abitanti. Oggi siamo a Roma in 785.000 circa, cosicché si può ritenere di poco più che 1.000.000 di T. all'anno il presumibile movimento commerciale del costruendo porto. Mi sarebbe facile calcolare il prodigioso sollievo economico della popolazione di Roma quando quel milione di tonnellate all'anno le giungesse direttamente senza passare per altri porti, ne subire lunghi trasporti ferroviarii. Che la fatta previsione di traffico sia giusta lo dimostra il confronto col porto di Ravenna, al quale, per le condizioni tecniche commerciali, può assimilarsi il nostro porto. A Ravenna si hanno T. 4,5 all'anno per abitante; a Roma ne risultano previste poco più che T. 1,1/3. Ma a riduzione del coefficiente relativo a Roma bisogna considerare che essa non giace in un territorio così ricco, intensamente abitato e coltivato ed industrialmente tanto progredito come la Romagna e l'Emilia. Oltre a ciò il suo territorio sarà sempre servito anche dal porto di Civitavecchia, il quale tra poco più di un anno allargherà la sua influenza commerciale sino al centro industriale ed agricolo di Terni per la ferrovia trasversale di Orte, ed ancora meglio alla finitima Maremma Toscana se ridurrà le attuali sue spese portuali. Io vedo nell'avvenire i porti di Roma e quello di Civitavecchia formare l'ansa latina nel centro del Mediterraneo, ricostituendo l'antico consorzio dei porti di Ostia, di Claudio e di Centocelle.