Paolo Orlando
L'Archeologia e l'Ingegneria moderna per il Porto di Ostia


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     Salto a piè pari il lungo correre di secoli da quando Roma si persuase di dover divenire potenza marittima e speditamente signoreggiò il Mediterraneo colle sue navi armate nel porto di Ostia, ed in quelli militari minori. Da allora e per molti secoli la storia del Mediterraneo si confonde con quella dell'assurgere e del decadere della potenza e della civiltà romane. Questo interessante periodo storico del Mediterraneo è stato magistralmente trattato in una recente lezione da S.E. Mussolini.
     Non parlo della temporanea svalutazione del chiuso mare per le audaci navigazioni dei Liguri che, precorrendo Vasco de Gama, insegnarono la via del Capo di Buona Speranza; né del succedersi delle attività politiche, militari e commerciali delle Repubbliche di Genova, di Venezia e di Pisa, e richiamo la vostra attenzione sulla situazione politica e commerciale del nostro paese in Mediterraneo nell'epoca a noi più vicina.
     Questa ebbe infelicissimo inizio pel timorato scrupolo dei nostri governanti di or sono più che quaranta anni, i quali, col rinunciare alla rioccupazione di Cartagine in nome di Roma e per conto d'Italia, escirono dal Mediterraneo per andarne a ricercare le chiavi, come allora fu detto, in Mar Rosso,
     Devono da quel tempo nefasto trascorrere trenta lunghissimi anni, perchè fortunati avvenimenti storici e provvida combinazione di cose lancino l'Italia verso la riconquista del suo avvenire coloniale mediterraneo. Anche allora, sebbene esercitassimo un diritto consentitoci da trattati internazionali, fummo ostacolati da nazioni che ingiustamente pretendevano opprimerci nello stesso nostro mare. Lo sbarco in Libia dei marinai d'Italia e dei soldati, che sotto ai badili ritrovavano le orme dei legionarii di Roma, bastò ad aizzare la solita canea contro il preteso imperialismo italiano. Il Mediterraneo raccolse allora non mai vedute potenti squadre inglesi e le sue acque spumeggiarono per le eliche delle navi francesi svolgenti grandi manovre. Financo la Germania volle farvi atto di presenza con quel suo incrociatore "Goeben", che più tardi col "Breslau” tanto doveva far parlare di sè durante la guerra europea.