Dott.ssa Paola Olivanti
Gli scavi di Ostia negli anni della “Pro Roma Marittima” (1907-1924)


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     Nei primi anni ’20 i lavori per la costruzione della via del Mare arrivarono a sfiorare le rovine monumentali di Ostia (16. DIA LOCOMOTORE A VIA DEI SEPOLCRI: la fotografia, che probabilmente risale al 1926, costituisce una rara testimonianza dell’utilizzo ad Ostia Antica del locomotore per la Decauville: generalmente i vagoncini utilizzati per gli scavi erano trainati da animali o, a mano, dagli stessi operai).
     L’attività di scavo all’interno della città antica proseguì lentamente e con il solo ausilio dei fondi ordinari fino al 1938, quando l’esplorazione subì una svolta decisiva, in vista dell’Esposizione Universale progettata per il 1942 e mai realizzata. In circa quattro anni la superficie scavata venne raddoppiata, raggiungendo l’estensione che conserva tutt’ora. L’enorme scavo mise a disposizione degli studiosi e del pubblico un quadro sufficientemente completo di una città romana di età imperiale, ma rispecchiò anche tutti i difetti dell’archeologia del tempo, enfatizzati dalla velocità con cui fu necessario procedere: si trattò in sostanza di uno sterro, nel quale furono asporati gli strati di vita successivi alla media età imperiale e nel quale quasi mai si arrivò ad esplorare e, soprattutto, a documentare gli strati più antichi della città. Era definitivamente tramontato il periodo dello “scavo dell’attenzione”.