Paolo Orlando
Alla conquista del mare di Roma. Diario 1904-1923


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     La Giunta, inconsideratamente, aveva dal canto suo presentata al Consiglio Comunale analoga proposta che ho combattuta rudemente. Bisogna considerare che quei terreni sono stati valutati dai periti da lire 0,24 a lire 0,40 il metro quadrato, ma che acquisteranno un valore venale di 5 a 10 lire al metro quadrato, eseguite le opere di Roma marittima. Non la bonifica era il movente della domanda del proprietario, ma la realizzazione dell'enorme plusvalore, che invece deve essere realizzato da chi avrà costruite le opere, per poterne ammortizzare il loro costo. Questa fu la ragione per cui ottenni con la legge 6 aprile 1908 di vincolare alla espropriazione terreni di ben più vasta superficie di quanto occorresse alle sedi delle opere progettate e di quelle conseguenziali dell'avvenire.
     Siccome gli uffici capitolini si disponevano senz'altro a dare corso allo svincolo, ho ottenuto dal Sindaco il veto immediato. Se il Sindaco e la Giunta mi sentissero in tutto quanto si riferisce al programma del Comitato « Pro Roma Marittima », mi sarebbe risparmiata l'assillante ed antipatica fatica di vigilare sui varî uffici, i quali non credono in genere all'avvento di Roma marittima, non conoscono le ragioni e gli scopi delle speciali organiche disposizioni legislative faticosamente ottenute, mentre invece da opposti interessi sono, sollecitati.
     Così pure ho dovuto intervenire per risolvere alcune obiezioni sollevate dalla Prefettura e che ritardano le espropriazioni per l'allargamento della via Ostiense dalla Porta alla Basilica.