Dott.ssa Paola Olivanti
Dante Vaglieri alla Direzione degli Scavi di Ostia Antica (1908-1913)


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     Parallelamente procedeva anche la sua carriera accademica: dopo la libera docenza in Epigrafia Romana all’Università di Roma nel 1893, fu nominato docente straordinario nel 1903, ed infine, sempre nella medesima Università, ottenne l’ordinariato nel 1910. (13)
     Il suo ultimo incarico alla Soprintendenza di Roma, la direzione degli scavi del Palatino, sarà quello che gli costerà l’allontanamento da Roma ed il trasferimento ad Ostia, in seguito alla feroce polemica scatenata da Luigi Pigorini a proposito dei fondi di capanna rinvenuti nei pressi delle Scalae Caci, (14) polemica consumata sulle pagine di riviste scientifiche (15) e sui quotidiani nazionali, e che nascondeva motivi che, come spesso accadeva, andavano molto al di là di una pura “querelle” scientifica (e tra i motivi dell’allontanamento di Vaglieri va sicuramente annoverata la rivalità con Giacomo Boni, già direttore degli scavi del Foro, che infatti ereditò da Vaglieri la direzione del Palatino). (16)
     Prezioso testimone “ostiense” di quegli anni che precedettero l’arrivo di Vaglieri, durante i quali un viaggio ad Ostia costituiva, non stentiamo a crederlo, una vera e propria avventura, è J. Carcopino che, con spirito davvero pionieristico, dal 1904 si avventurava nella malsana zona dello stagno ostiense, dove soltanto da pochi anni (per l’esattezza dal 1884) i Ravennati avevano iniziato le lunghe e faticose operazioni di bonifica. Dal suo colorito racconto siamo in grado di ricostruire ad esempio le vicissitudini del viaggio da Roma ad Ostia, quando la via Ostiense era ancora una sorta di tratturo di campagna e la diligenza, che partiva da piazza Montanara, arrivava dopo tre ore al borgo ostiense, riunito intorno alla chiesa di S. Aurea, all’ombra della Castello di Giulio II. (17) Motivo di questo stato di abbandono era anche il fatto che gli Scavi di Ostia non avevano ancora una loro personalità amministrativa, tant’è che lo stesso Carcopino li descrive come “una masseria di campagna annessa all’amministrazione degli Scavi del Comune di Roma ”. (18)

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(13) Già dal 1890 iniziò su Notizie degli Scavi la pubblicazione di brevi relazioni sui rinvenimenti epigrafici che si andavano effettuando durante gli scavi per la costruzione dei muraglioni del Tevere, nonché il commento a diverse iscrizioni, rinvenute anche fuori Roma (Lazio, Campania, Puglia e Sardegna), su richiesta degli ispettori competenti. Pubblicò inoltre a più riprese, via via che se ne riportavano alla luce i frammenti, le lastre degli Atti dei Fratelli Arvali, di cui curò anche l’allestimento nel costituendo Museo Nazionale Romano.

(14) D. Vaglieri, NSA 1907, 185-225; 264-282; 444-459; 529-539.

(15) L. Pigorini, ‘Scavi del Palatino’, RendLinc 1907, 669-680; D. Vaglieri, ‘A proposito degli scavi del Palatino’, RendLinc 1908, 201-210.

(16) riferimento a “Le memorie di un archeologo” (Delpino): sicuramente avrà influito sulla decisione di trasferimento anche la rivalità con BarnabeiVerificare chi era Ministro e chi Direttore Generale in quegli anni.

(17) J. Carcopino, Souvenirs Romaines, p. 00-00

(18) J. Carcopino, ‘Les recentes fouilles d’Ostie’, Journal des Savants 1911, 448-468.