Carlo Piola Caselli
La corazzata Avérof varata a Livorno


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     Programma che, essendo egli caduto per la patria nell’agosto del 1942, non era stato realizzato, ma veniva poi clonato dai francesi, con l’insediamento dello stabilimento della Pechiney, nei pressi di Aspra Spitia. Solamente che il progetto francese, a differenza di quello italiano, consumava energia ma non ne produceva, razziando unicamente il metallo, dal minerale trasformato in loco.
     Altro grandioso e ambizioso progetto di Carlo Adamoli, con il suo corrispondente greco, Christos Bachomis, (161) già direttore generale della cassa depositi di Atene, era stato quello di dotare la capitale greca del gas, da produrre con le ligniti drll’Attica, portando in Grecia i capitali necessari, attraverso la compravendita dei minerali, per impostare tutto questo, come è ben documentato nel suo carteggio, ereditato per lascito testamentario della moglie di questi al nipote, conte Carlo Piola Caselli (figlio di sua figlia Fiorenza Croce), il quale ha avuto il merito di salvarlo dalla dispersione.
     È’ quindi un grande onore, per noi e per l’Italia tutta, aver potuto mettere insieme questi gloriosi tasselli del lavoro italiano, a beneficio di una nazione millenariamente amica, poiché non sono valsi momenti cruciali della storia a far venir meno, da parte dei greci, quell’affetto e quella stima verso gli italiani, che ci affratellano tantissimo. Non solo gli italiani, in momenti difficili per la Grecia, a causa della guerra mondiale, provvedevano generosamente alle derrate alimentari, pur avendo già per se stessi delle limitazioni, che richiedevano molta oculatezza, come risulta dal carteggio diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, a Roma, ma, secondo quest’altro privato, conservato dal Museo Europeo, appare un coraggioso e ben equilibrato intento di dar sviluppo a questa nazione, indipendentemente dal fatto che questo nobile progetto non si sia potuto realizzare, a causa dei turbinosi eventi di quell’epoca storica. (162)

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(161) Di una famiglia greca stanziante a Livorno, cfr. D. VLAMI, Ibid., ad indicem.

(162) Quali riparazioni di guerra, l’Italia ha fatto costruire dai cantieri Orlando anche due unità navali: infatti il 2 dicembre 1951 avveniva il varo della motonave passeggeri greca “Karaiskakis”(Καραισκάκης) di 1700 tonnellate (s.t. 261 a pp. 530-31) ed il 23 marzo 1952 della “Achilleus”(Αχιλεύς) di 5500 tonnellate (s.t. 262 a p. 531). Si ringrazia Silia Papapanagiotou della preziosa collaborazione alla messa a punto di questa monografia.