Carlo Piola Caselli
La corazzata Avérof varata a Livorno


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     L'Avérof ha anche contribuito, in concomitanza alle operazioni terrestri, non solo alla liberazione delle isole dell'Egeo centrosettentrionale, ma anche delle città della costa della Macedonia orientale e della Tracia, con Salonicco e Kavàla, fino al fiume Nestos, l’ Epiro meridionale, Creta e altre isole dell'Egeo nord-orientale: tutto questo verrà sancito dal trattato di Bucarest.
     Nella collezione Stavrinàki è conservata una banda di tessuto, rappresentante il trionfale ingresso, a Salonicco, di Giorgio I e del principe Costantino a cavallo: si distingue l'Avérof, la Torre Bianca con sopra un euzone che regge la bandiera greca, altri euzoni a terra, il seguito di cavalieri e, in fondo, sulla collina, la fortezza dalle sette torri.

     Su questo storico evento si legge sul “Salpigga” di Mitilene del 6 gennaio del 1913 che migliaia di spari sono stati scaricati, per manifestare entusiasmo da parte dei cittadini, accompagnati da acclamazioni per strada della popolazione verso il Principe Ereditario e verso Cunduriotis. Dalla fortezza vengono lanciati razzi policromi. Gioia ed allegria hanno veramente contagiato tutti e, per l'euforia, gli spari tendono a diradarsi solo a notte avanzata. (137)
     Vari ricordi relativi a queste battaglie navali sono visibili nella bacheca 63 del Museo Storico Nazionale ad Atene, che ha sede nell'edificio dell'ex parlamento greco, essendo stato trasferito il potere legislativo nell'ex palazzo reale a Sìntagma (ossia in piazza della Costituzione) tra cui la bandiera biancoazzurra appartenuta alla corazzata Avérof, inalberata nelle battaglie navali di Ellis e di Limni.

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(137) Margarita MILLIORI, La partecipazione degli isolani dell'Egeo orientale alla guerra del 1912-1913, pp. 29-32.