Carlo Piola Caselli
La corazzata Avérof varata a Livorno


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La cerimonia religiosa

     Poco dopo le dieci arriva, in alta uniforme, con feluca ornata di piume bianche, il petto coperto di molte decorazioni, il ministro plenipotenziario ellenico Demetrio Metaxas, seguito dal console cav. Giorgio Maurogordato, dagli ufficiali greci e da vari connazionali, accolto da un formidabile applauso. Lo accompagna, per far gli “onori di casa”, il conte grand'uff. Rosolino Orlando.
     Costoro, insieme al prefetto comm. grand'uff. Doneddu e al suo capo di gabinetto cav. avv. Crosara, si dirigono verso la cappella, eretta, con assi e con teli, sotto la prua della corazzata, accolti dall’archimandrita greco Spiridone Kerofilas, che poi officia, dinanzi ad un'icona bizantina d'argento della Madonna, assistito dal cantore Ottone Karistinos.
     Il diplomatico ed il prefetto, scambiatisi cordialmente i convenevoli, si collocano a destra dell'altare, su cui ardono due ceri. Seguono, schierati su due file, il console greco a Roma, Intrigila, il console di Grecia a Livorno, Maurogordato, il comandante la missione militare greca Grombos con gli ufficiali Vriacos, Leontopulo, Arapagnoli; i connazionali greci Rodocanacchi, Melidonis, Manos ed altri.
     La messa termina verso le 11: il celebrante, con un mazzo di violette, legato con i colori ellenici, sale la scala che conduce al palco, eretto presso la prua della nave, dove pende la bottiglia “del battesimo”, seguito da Metaxas e da altre autoritŕ italiane e greche; sul palco vi č anche il gen. Turletti e vari ufficiali di terra e di mare; li raggiunge il comm. Giuseppe Orlando, (71) il march. ammiraglio Filippo Baggio Ducarne (72) comandante l'Accademia Navale, il quale č presente anche in rappresentanza del ministro Bettolo. (73) Si scorge Luigi Orlando, (74) il magg. dei carabinieri Cavalli, il prof. Jacopo Piglini, molti fotografi ed inviati di giornali.

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(71) Comm. Giuseppe Orlando fu Luigi.

(72) Baggio Ducarne, Libro d'Oro, XIV, 91; Enciclopedia Militare.

(73) L'ammiraglio Giovanni Bettolo (Genova 1846 – Roma 1916), conte (1911), giŕ combattente a Lissa (1866), poi comandante di squadra navale e capo di stato maggiore della marina, sostenne l'impiego di grossi cannoni (Manuale tecnico pratico di artiglieria navale, 1879-81), collaborň con il Ministro Brin, ideň l'indicatore dei fuochi (1873) e l'indicatore di lancio (1883) che portano il suo nome, nel 1897, su incarico dell'ammiraglio Canevaro, aveva avuto un ruolo incisivo nella questione di Creta e nell'insediamento del Principe Giorgio (Enciclopedia Militare); deputato e min. della Marina per tre volte (14 maggio 1899 -24 giugno 1900, 22 aprile -21 giugno 1903, 11 dicembre 1909 -31 marzo 1910); nel marzo 1910 la Camera aveva iniziato la discussione del Disegno di Legge da lui presentato, relativo alle convenzioni marittime, ma quasi tutti i deputati partecipanti al dibattito si dichiaravano contrari al nuovo orientamento: allora il Presidente del Consiglio, Sonnino, per evitare che un voto pregiudicasse la questione, il 21 marzo annunziava, alla Camera, che il Governo rassegnava le dimissioni, per cui il Re incaricava prima Marcora e poi Luzzati per dar vita ad una nuova compagine ministeriale (Parlamenti e Governi d'Italia, II, pp. 96, 101 e 121-122).

(74) Figlio del comm. Giuseppe.