Carlo Piola Caselli
La corazzata Avérof varata a Livorno


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     Non che Levi abbia sottovalutato questo aspetto, ma la sua penna, presa nel vortice risorgimentale, aveva solo accennato all'aspetto industriale, riportando anche uno schema sinottico del naviglio costruito, senza approfondire più di tanto i meriti di questo clan, che è stato parimenti coraggioso, sia sotto l'aspetto rivoluzionario-risorgimentale che sotto il profilo finanziario-industriale.
     Insomma, se in 130 anni di storia del cantiere sono state varate circa 370 unità, possiamo affermare che, mediamente, ne sia stata prodotta una ogni 130 giorni, ossia una ogni quadrimestre: se si considerano le crisi, le guerre, etc., in un arco di anni così ampio, è una media rilevante; ma, già nel corso del 19° secolo, avevano prodotto ad una media di quasi due unità all'anno, ossia una a semestre. I fratelli Orlando provenivano dalla Sicilia, in particolare da Siracusa, erano figli di don Giuseppe Orlando Colosa, un notabile, e di Rosalia Castiglione. Hanno avuto vari figli: Luigi, (19) cui è dedicata la piazza di Livorno prospiciente il cantiere, Lucia, (20) vissuta nell'ombra, Salvatore, (21) Domenico, morto prematuramente nel 1837, Giuseppe (22) e Paolo. (23)
     Nel 1825 don Giuseppe moriva, quasi all'improvviso, a Palermo, di ritorno da Napoli, ove aveva appena fatto in tempo a fare testamento. Luigi, il primogenito, nel 1834 si era affiliato alla Giovane Italia e tre anni dopo, ventitreenne, aveva preso parte ai moti mazziniani, lasciando l'officina di Palermo, dedita alla manutenzione di mulini e di attrezzature agricole, nelle mani del fratello Salvatore. Erano anni molto avventurosi, dapprima a Siracusa e Messina, la quale però era rimasta sorda alla riscossa indipendentista, per cui era dovuto riparare prima a Catania e poi a Malta.

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(19) Luigi (1814-1896), dal 1890 Senatore del Regno, coniugato con Maria Maddalena Parodi (1832-1892).

(20) Lucia ha sposato Francesco Auteri, ha avuto una figlia, Rosalia, che ha sposato lo zio Paolo. Non erano rare, all'epoca, queste licenze matrimoniali quasi incestuose!

(21) Salvatore (1818-1895) ha sposato Maria Bruno, da cui Giuseppe (1866-1940).

(22) Giuseppe (1820-1893).

(23) Paolo (1821-1891) ha sposato Rosalia Auteri.