Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 22 Caselli esprime al P. Piriteo M. Malvezzi a Ferrara somma pena ed afflizione alla notizia della prossima soppressione di quel convento, chissa se la mancanza dei due soggetti, sarebbero stati in tutto dodici, lo avrebbero evitato. Diamone piuttosto “la colpa alla nra sventura, ed armati di santa pazienza adoriamo in queste nre sciagure gl’imperturbabili giudizi del Signore”. Si fermi colà e per la quiete della sua coscienza ha un ottimo pastore nell’emo arcivescovo.

     A Baldini ad Imola, atteso l’ordine della centralità, ha fatto bene a ritirarsi colà per impiegarsi nell’apostolico ministero per l’avvento per la quaresima, dopo sarà bene si trattenga in Emilia cercando di ottenere la stanza di Faenza e dà anche a lui la facoltà di benedire corone ed abitini.

     Al P. Gio Angelo Baroni a Piacenza, dopo aver accennato al professo Gorla, a P. Biancardi, alla fratellanza al prevosto Brambilla a San Pedretto, lo informa che “jeri si è qui ultimata la Visita a S. M.a in via, (454) si è provveduto all’Affare Mariani e si son date altre determinazioni” ritenute necessarie, tra cui la definizione della faccenda del cuoco, di farne arrivare uno entro un mese, non approvando vi sia un secolare. “Forlì non dipende più né da lui né da noi, facendo quei Sig.ri quello che loro piace”, d’uopo è per ora lasciarli fare. La famiglia sarà ridotta a 3 o 4 sacerdoti, 3 conversi, P. Baldini è partito per Rimini e presto si avvierà P. Gadini. Il convento di Ferrara è stato soppresso col pretesto che non avevano 12 religiosi, erano però 10. Nessuna difficoltà sulla visita a S. Fiorenzo, appoggiata al P. Tomei, e della Marca, essendone incaricato P. Padovani. Pesaro ha moltissimo bisogno, per il disordine che vi regna, nulla volendo fare quel P. m.ro Pichi, così non v’è più osservanza ed officiatura di chiesa.

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(454) Occorre far riferimento alle considerazioni che abbiamo espresso al 15 marzo.