Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


Pagina 275 di 300       

%



     Ma ancor più interessante la lettera al P. provinciale Mariano Vidiella, anch’egli a Barcellona, riscontrando la sua del 22 febbraio ricevuta solo il 22 luglio, con la grata notizia che probabilmente verrà al nostro capitolo generale o almeno ci assicura di desiderarlo ardentemente, gli risponde ora che è preparata la citatoria per il giorno fissato di S. Filippo, come vedrà dalla data. Negli uffizi ed esortazioni si consiglia di porre in esecuzione ciò che si desidera “stringere più fortemente e soavemente fra noi i vincoli della nra reciproca carità” e se c’è qualcosa da mettere intorno al bene di quelle province, meglio è discorrendo che scrivendoci. Si potrà discutere sui fondamenti della nostra decisione intorno alla precedenza dei mestri del collegio d’Enrico, al cui appiglio facciamo i dovuti elogi, dispiacendoci soltanto che, a cagione della disputa, non abbia qui mandato il giovane di ottima aspettativa. Abbiamo letto il sistema e la regola, da lui scritta e tradotta per noi in italiano dal P. Ballester, per il buon ordine degli studi di quella provincia, ammirando il suo zelo specialmente nella cattedre di morale delle quali specialmente in questi tempi occorre esser solleciti. “Anche noi avevamo procurato di far lo stesso qui in Italia e già coll’ajuto del Signore ne raccoglievamo non pochi frutti, quand’ecco che l’irruzione pestilente de’ Francesi ha rovinato ogni cosa”. “Il peggio si è che ancora non finiscono”. Per ciò che appartiene ai denari certo che qui siamo in grandissima scarsezza d’argento, perché i nostri poveri conventi esposti a tante rapine ormai non possono più reggere a mantenere i religiosi, che “già da un anno non somministrano più quel che dovevano per sostentamento alla nra Curia o per le spese comuni della Religione”. Loda quindi il suo zelo nel trasmettere il denaro raccolto per le promozioni nei due passati quadrienni ma, per non esporlo a evidente perdita, inviandolo con mezzo sicuro o portandolo lui stesso al capitolo generale. (429)

* * *

(429) Il 30 ai PP. Pell. Marazzani a Borgo S.D. (per rinunz. alla carica doveva dirlo prima che il prov. partisse, aspetti il suo ritorno), Fil. Bottacci a Foligno (disapprovato il passo presso i PP. di Lucca per il viatico, inutile ci scriva una leggenda, bastava dicesse perché spinto dall’altrui insistenza, cui non è riuscito a schermirsi), Luigi Calza ai Servi (prof.° Girol. Tonelli, annuale di Budrio per P. Romani, tanto atteso), Gir. Pichi (quar. a Castel S. Fiorentino dopo l’avvento forse a S. Lorenzo a Firenze, fondaz. della Compagnia nella ch. di S. Tommaso di Colle. Ossequi al vesc.), Alessio Battisti a Città d. P. (col P. Matteucci), Gio Ang. Achilli a Forlì (è stata sentitissima la perdita del convento di Cesena, trasferitosi a Forlì a serv. della ch. e del coro, in caso, “Dio non voglia” di perdita di quel convento, non sarà da noi abbandonato), teol. Carlo Traversari a Faenza (malgrado il suo incomodo l’abbia indotto a trasferirsi colà per i noti motivi ma ora, se vuole, può tornare a Guastalla, loda i suoi meriti e l’indefesso servigio prestato nel corso di 25 anni).