Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 19 maggio il governo settentrionale vien trasformato: i territori di Modena, Reggio e quelli di Massa e Carrara vengon uniti a quello lombardo, prendendo il nome di Repubblica Cisalpina, mentre Bologna, Ferrara e la Romagna ritengono ancora quello di Repubblica Cispadana.

     Il 20 al P. Ercole Antonio Bonanomi presidente a Milano, circa lo spoglio del fù P. Beretta, già a Pavia prima d’essere socio, “Gli siamo tenuti d’averci fatti servitori, al Deg.mp Mons. Silva, cui rinnoverà la nra stima al primo incontro”, accenna alle correnti calamità, “Degnasi almeno il Sig. assistendoci colla sua grazia farcene un merito, sicché tutto rivolgasi a spirituale profitto delle anime nostre. Tanto ha egli motivo di sperare dal suo Governo, e d’altrettanto preghiamo Dio per noi”.

     A Falchi a Cuglieri, esprime commiserazione per aver colà qualche soggetto torbido, fra i quali si distingue il P. Gio Batta Vacca che verrebbe in terraferma, ma qui “Tutto è in convulsione, attese le espulsioni de’ Forestieri.Vegga Egli dunque di fare colà tutto ciò che si può a correzione de’ traviati segnatamente del detto P. Vacca”, “autore dei Libelli infiammatori, ed altri Atti contro di Lui”. “Stia attaccato alla legge, e secondo essa si governi, né dubiti, che in tal caso non gli mancherà né l’assisternza di Dio, né quella degli Uomini”. “Le circolari all’ingresso del generalato sono state per giusti motivi sospese, ed ora poi, che contiamo l’anno seste, sarebbe ciò fuori affatto di tempo”, poi riguardo al baccelliere Picchetti “che dovesse nodrire massime perturbatrici di pace”, “procurerà di promuoverla”, “acquistando un poco di serietà”. Avendo scapitato sulla cambiale, ci faccia corrispondere il vero equivalente quando “colà restituita almeno una sufficiente calma”. Campagna promosso al baccelierato.