Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     La situazione politica è tutt’altro che chiara, infatti il 5 così si esprime con Baroni a Lucca, “Appunto se è segnata la pace bisogna vedere cosa sarà della Romagna”, percui occorre destreggiarsi tra nazionali e forestieri. C’è chi scrive che siano scemati i timori, ma d’altra parte sussistono, a Forlimpopoli intanto si possono collocare tre nazionali, “Di Forlì crediamo che tanto non siavi da temere”. (395)

     Il 6 col fratello Paolo Giuseppe a Castellazzo sollecita la definizione del pagamento di 100 lire del curato Marazzani, il P. Ferrero ci darà le opportune indicazioni per disporne in favore del creditore. Invierà la patente di confessore al P. Majola. (396)

     Il 10 a Scandaliberi ad Ancona ricorda che, anche se il professo Barberini è pentito, debba osservare i 16 giorni di ritiro ed esercizi spirituali, poiché prescrittigli non da noi ma dalla Sacra Penitenzieria: se se ne chiedesse una diminuzione apparirebbe come se il penitente non fosse veramente contrito dei propri falli e quindi non meritevole d’essere assolto.

     Assicura a Pellegrino Dazzini a Città di Castello l’avvento a S. Maria Nuova anche per l’anno successivo e gli consente di profittare anche del pulpito di Pietralunga per tre volte la settimana, offertogli da quel vescovo. (397)

     Il 13 invia la delega al P. Pietro Ferrero ad Alessandria a visitatore generale per tutta la provincia di Piemonte, “giacché graziosamente ci rispose che ci avrebbe favorito”, mentre per i conventi di Genova essa non dovrebbe incontrare difficoltà. “Se fosse combinabile, l’incomoderemmo anche per i Conventi di Vogogna, Galliate e Vigevano o forse occorrerà una dispensa di questa S. Congregazione”, essendo difficile combinare con due provinciali. “Sono queste cose tutte che ben volentieri l’avremmo fatte noi tre anni fa; ma in allora non era possibile per le circostanze locali e così ora per quelle locali e personali”. “Pazienza: incidimus in mala tempora”. Saputo della nuova festa introdotta in quegli stati del venerdì di Passione in onore di Maria SS. de’ Sette Dolori “e che in tale occasione molte di quelle nre chiese siansi distinte segnatamente Alessandria ed Asti”.

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(395) Il 5 a P. Baroni (continua: archivio e utensili di S. Gior., conf. P. Giansanti).

(396) Il 6 ai PP. Carlo Silvetti a Vogogna (adoz. del P. Deogratias Bianchi), Eman. Munaro a Cassine (quar. Giac. Fil. Caselli), Giansanti ad Ancona (conf.), Marazzani a Borgo S.D. (lavori in corso, compravendite, avv. Parolini, 12.000 lire al 4% in anni 12), Gio Ang. Belluomini a Foligno (prof.° Casarini, castigato dal priore di Città di C. inviato a Senigallia, P. Mariani, professato di S.M.N. “succedendo in Romagna la temuta espulsione”, contare su qualche buon amministratore, P. Domenichelli, P. Craviotti, P. Colacicchi morte del f.llo, “faccia pie meditazioni, e moderi le sue idee stravolte”, conf. per Martinelli, Malaspina alla Dieta di Perugia un g. prima, ottenuta disp. per P. Campagna ad esporsi in aliena prov.).

(397) Il 10 ai PP. Gio Ang. Stabilini a Parma (conf. per Gir. Bovi, buone speranze, divina clemenza, atti del capitolo), Gio Ang. Domenichelli a Pergola (P. Buscaglia giustifichi per iscritto le varie partite), il 12 ai PP. Baroni a Lucca (Montefano, Servi di Bologna, memoriale della giunta sopra gli ecclesiastici, curato di S. Gior., cuoco per S. M. in Via), Piermei a Firenze (fac., lettura di alcune bolle pontificie e decreti della s. congreg., decreto sulla dottrina cristiana alla famiglia, sarà riportato a quell’arciv.).