Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Ad Amadio Scandaliberi ad Ancona menziona i PP. Belluomini e Giansanti ed aggiunge “questo provvedimento giovi a quel convento nell’universale naufragio, in cui siamo esposti”. Anche a Stabilini a Parma palesa l’ “afflizione da che v’è timore del totale eccidio della nra Religione da Parma fino a Pesaro. Si ringrazia ciò non ostante delle fatali notizie di Reggio, e Montecchio”.

     Al priore Vincenzo Arnaldi a Todi, nell’approvare il contegno con i signori della città sul far la processione con la Santa Cappa, a condizione che v’intervenga, contro il consueto, il capitolo della cattedrale, gli consiglia un mezzo termine, per soddisfarli e salvaguardare nel contempo i diritti dell’Ordine, suggerendogli quindi di invitare e pregare il vescovo ed il capitolo a voler onorare e svolgere così con maggior solennità questa funzione nella nostra chiesa, poiché “un invito spontaneo non da, né toglie verun diritto”.

     Nel tentativo estremo di salvare il convento di Ancona, pensa di collocarvi P. Giansanti come nazionale, percui ne scrive a Belluomini a Foligno per farlo subito partire. Poi ironizza, P. Casotti, “pieno di timori” chiede licenza “per sua quiete” di passare alla patria, ove si spera che rimanga, che a maggio “è preparato un nido di quiete per lui in luogo, dove speriamo non vi saranno Francesi”. Ordinata l’espulsione di forestieri ad Imola, intimata la soppressione del convento di Fontana, P. Selvatici dovrà passare a Foligno. “Si teme succederà pure l’espulsione de’Forastieri Religiosi dalla Romagna”, tra cui Deaugustinis, Centenero, Cavazza e Bodrati.