Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il Papa continua nelle nomine di vescovi, ad occuparsi delle indulgenze, delle dispense, spedisce mons. Litta da Varsavia a Pietroburgo a congratularsi col nuovo imperatore. Bonaparte, dal canto suo, getta un occhio sui preti francesi accolti negli stati pontifici, ma non può loro vietare di soggiornare in territorio ormai sotto l’egida delle armi francesi, puché prestino giuramento di ubbidienza alla Repubblica. Concluso il 19 il trattato di Tolentino, firmato a palazzo Parisani Bezzi, dal duca Luigi Braschi Onesti, dal card. Alessandro Mattei, da mons. Lorenzo Galeppi, dal march. Camillo Massimo e per parte francese affiancato da François Cacault, a condizioni durissime, altri 15 milioni (da 21 saliti a 36), altre opere d’arte, oltre ad Avignone col contado Venassimo, la Romagna, Ancona e Ferrara, il generalissimo se ne torna a Bologna, dove arriva il 25.

     Il 25 a Vallaperta, predicatore in cattedrale ad Asti, Caselli ricorda che l’indulgenza per la novena di Natale fosse già confermata dal regnante Pio VI e comune a tutto l’ordine. Forse il professo Vitali non è potuto arrivare a Pesaro “per le attuali tristi vicende”. “Gli diamo le notizie della Pace”.

     A Borri a Mendrisio dà “notizia dell’invasione de’ Francesi fino a Fuligno”. “Dell’interessamento dell’Emo Busca a nro favore” nessun dubbio ma non è di sua pertinenza e che ne parli poi al Papa, essi “hanno altro che pensare per le fatali circostanze”. (379)

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(379) Il 25 ai PP. Vallaperta (continua: P. Boni), Borri (cont.:P. Baudisson, capitolo, prevosto e processione dell’Enterro, contrarietà, modalità, bacc. Morelli, “ci piange il cuore per i giovani”), Gio Ang. Rabbi a Budrio (speranza della ns sussistenza colà), Giac. Fil. Lodi a Genova (correttore dell’abito, nessuna istanza contro di lui, si lagna del priore, si emendi, quar. in qualche pulp. di campagna).