Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 31 a Baroni a Lucca, se il governo di Bologna dà sussistenza ai religiosi nazionali, dei tre conventi in città non v’è ragione di far luogo mella provincia. Attenzione all’archivio che, in caso di soppressionepotrebbe andar depositato ai Servi o si metta al sicuro presso persoma secolare amica. Intanto non perdiamo la speranza della sussistenza dei conventi e soprattutto degli individui, poiché occorrerebbe “calpestare prima ogni legge naturale e divina, al qual passo tuttoché stimolati dagli assassini del genere umano, ancora per quanto è a nostra notizia non sono giunti i Bolognesi”. Isomma, dall’amarezza con cui si esprime, se non vede proprio nero, vede però grigio scurissimo! Quanto al pacet apostolico richiesto dal priore, “gli fa poco onre, mentre un solo grano di sale deve fargli conoscere” che né la richiesta sarà stata fatta né nel caso accordata. Commenta sarcasticamente la difficoltà del convento di Piacenza, come se gli altri fossero nell’abbondanza.

     A Boni a S. Fiorenzo, persuasi che la sua opera sia degna di lui e di decoro alla religione, la passi al reggente Tomei ed al lettore Mariani per la revisione e per determinarci per la stampa, esistendo una sola traduzione in volgare dei salmi de “il salmista tescano” ma non ricorda se ontera o parziale, egli potrà informarsene. (368)

     L’anno volge al termine, ma dobbiamo segnalare che Caselli ha dato alle stampe gli Officia Propria Ordinis Servorum B. Mariae Virginia ex concessione Sedis Apostolicae a fratribus, & sororibus ejusdem Istituti recitanda”, (369) ricordando nella premessa l’edizione del 1773 curata dal suo predecessore Raimondo Adami.

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(368) Il 31 ai PP. Baroni (continua: stud. forestieri, P. Taddei, prof.° Pichi è qui, Dapini fuggito senza scasso percui il priore di Forlimpopoli dovrà risponderne, differire il processo alla visita, dispiacere per la perdita di sua sorella, pulp. di Budrio per Guidotti se possibile, vista a S.M. in Via nel 1798 quando dovrà venire per il capitolo non è combinabile, destinando chi faccia le sue veci si potrebbe fare nell’anno entrante), Paolo Marchetti a Sommariva (lamenta i soliti pasticci e prevaricaz. dei priori, dimentichi delle convenienze verso il gen. per i pulp. e che il priore di Cassine ne abbia spacciato la parola), Gius. M. Fonio a Galliate (prof.° Longhi, ab. Traves, Pesaro, Parma, Stabilini, m.ro Rossi, Reggio, breve d’Antetempus), Gio Ang. F.° Porro si Servi a Venezia (P. Cella pulp. di Milano, di Piacenza), Pell. Ferioli al Paradiso (quar. a Parma), Pietro M. Borr(i)oni ai Servi a Milano (ch. senza quar., non la sola quest’a.), Luigi Grati a Verona (studio), Ev. Pallotta a S. Gius. (ben accolto, P. Cella cui nipote trattenutosi a Firenze), Gir. Priggioni a Città di C., Am. Gonella a Gubbio, Lor. Ferri a Rimini, Franc. Paolini a S. Angelo in V. (conf.), Gio Ang. Belluomini a Montefiascone (P. Paolini, fac. apostoliche del vesc. di Città d. C., depositi e rate, capitali da reinvestire), Fil. Vallaperta a Guastalla (auguri anche delle religiose ed educande, i giovani, difficoltà del superiore di Piacenza), Pell. Marazzani a Borgo S.D. (P. Ferd. Poli a casa), Gius. Canepari a Parma (pulp. per P. Ferioli a Parma o Piacenza, a lui o viceversa), alla sig.a Teresa Ortalli a Guastalla (auguri anche alle dilettissime sue compagne).

(369) Romae, 1796, Ex Typographia Michaelis Puccinelli ad Turrim Sanguineam. Superiorun permissu.