Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     La situazione politica è tutt’altro che tranquilla ed appianata. La linea a sud del Po vede i primi tentativi di confederazione, trattandosi di un’area che, dal punto di vista strettamente militare, presenta la massima importanza, tantopiù che la lotta sotto Mantova diviene ogni giorno più dura, il papa ha rotto l’armistizio di Bologna, quindi Bonaparte teme un attacco dalla parte dello Stato Pontificio o che le armi del re di Napoli irrompano nell’Italia centrale: ecco dunque necessario rafforzare i governi più o meno provvisori di Ferrara, Bologna, Modena, Reggio e chieder loro anche un certo aiuto militare, percui su ordine del 7 ottobre Garrau convoca a Modena due rappresentanti di ciascuna di queste città. Infatti anche essa, lieta della disponibilità del duca ad appianare ogni questione, mentre ha inviato a Venezia una deputazione per ringraziarlo, il 6 ottobre si è vista improvvisamente occupata dai francesi, l’armistizio infranto col pretesto della rata del 24 giugno scaduta e poiché il duca avrebbe invece rifocillato i nemici della Repubblica Francese, approvvigionando Mantova. Bonaparte, mettendo in atto pesi e contrappesi, ammorbidisce però alcune contribuzioni, lasciandone il maggior carico alle famiglie abbienti ed alleviando quanto possibile quelle indigenti.

     L’8 espone al card. Maury, vesc. di Montefiascone, il poco entusiasmo che i religiosi assumano l’amministrazione di casate, anche se di parenti stretti, tuttavia ritiene le sue istruzioni comandi troppo rispettabili percui nulla ha da ridire se desidera confidare al P. Pellegrino Serbattisti l’economia di quella nobile famiglio Vaggi, ma non ritiene spetti a noi chiederne dispensa alla s. congregaz. de’ vesc. e regolari, anche perché così incontrerebbe non poche difficoltà, delicatezza che non ha per oggetto che il miglior servizio dell’Em. Sua. (344)

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(344) L’8 a mons. Argelati a Tivoli (chierico in assenza di frà Bonf. Anselmi a S. Nicola in Arcione), ai PP. Dam. Damiani a S.M.N. (lettore ai Servi), Belluomini a Montefiascone (lettera da Gubbio del capitano Ruteni, il vesc. vorrebbe Serbattisti economo di casa Vaggi, purché non se ne abbia a soffrire.”La cosa però è assai pericolsa per il med.mo”), Gio Ang. Baroni a Lucca (rimoz. 2 stud. esteri PP. Lupini e Marmaranzana per S.M. in Via e Reggio, da Pesaro rimosso P. Guiducci e dism. dagli st. P. Alloggi), Gio Ang. Mazzasogni a Guastalla (annuale di Montecchio, quar. di Vogogna , P. Balbi a Galliate, solito iter cancelleria del vesc. di Novara).