Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


Pagina 193 di 300       

%



     E’contrariato nello sfogarsi il 25 con P. Calza ai Servi “Non è possibile che il P. Prov. di Lombardia abbia ricusato di ricevere quel prof.° Beltrami e l’abbia fatto accompagnare coi (s)birri quando sappiamo che la lettera della S. Penitenzieria l’obbliga a paternam. accoglierlo”, perciò chiami il giovane ed appuri.

     Il 28 a Marazzani a Borgo San Donnino dichiara “di aver commesso al P. Mariani di visitare in nro nome quel convento. Le circostanze ci figuriamo che l’avranno fatto differire”, ci faccia sapere se deve slittare anche le solite tasse (interne). Il sig. Francesco Morgna, segretario apostolico a Viterbo, è soddisfatto per aver noi assegnato suo nipote, il professo Delli, a Santa Maria in Via, avendo ritenuti giusti i motivi addotti. Al reggente Tomei a Perugia di aver avuto risoposta dal ministro di Sardegna che non v’è necessità di passaporto per il Piemonte e che son partiti diversi per quelle parti. Goveani non può porre ritardo nel mettersi in viaggio, per il denaro, non ci opponiamo ad una compensazione.

     Raccomanda a Piraccini ai Servi di accogliere caritatevolmente il professo Beltrami, avendo un documento autentico della sacra penitenzieria, ma lo stesso provi quanto asserisce, che sia stato condotto ai confini dagli sbirri: il provinciale di Lombardia scaricherebbe così i cattivi suoi religiosi sulle altre provincie, per effetto del presente stato di guerra, ma sarebbe una prevaricazione nell’esercizio del proprio ministero, su cui non potremmo essere indifferenti. Il priore di Faenza, avendo il convento troppo aggravato, vorrebbe spostare Petronici a Cesena, se avessimo dei giovani ripristineremmo quell’osservanza “di coro, che in tempo di visita abbiamo trovato scandalosamente decaduta”.