Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Riassumiamo brevemente quanto sta succedendo: il 13 Augerau forza le fole di Millesimo mentre Joubert e Menard, scacciato l’avversario dalle posizioni circonvicine, avviluppano, con colpo ardito, un corpo di 15.000 austraici comandati da gen. Provera che però, invece di arrendersi, si trincera introno alle rovine dell’antico castello di Cosseria, che avrebbe ispirato i versi gloriosi di Carducci. L’indomani, le armate austro-sarda da una parte e francese dall’altra si fronteggiano e poco dopo mezzogiorno Massena riesce a rompere la sinistra degli austriaci sulla strada da Dego a Spino, mentre Laharpe, divide le forze in tre colonne, una delle quali guada la gelida Bormida con l’acqua fino alla vita.

     Già la vittoria di Millesimo è stata rilevante poiché ha consentito ai francesi, sfiniti, di rifornirsi di viveri e munizioni, ma Massena non dà tregua, riuniti alcuni, attacca e, benché tre volte respinto, riesce finalmente ad avere la meglio, aiutato dalla cavalleria che determina la disfatta nemica (600 caduti e 1.500 prigionieri), ma Wukassovich riorganizza, malgrado tutto, la resistenza, costringendoli ad una dura lotta, che li tiene impegnati per cinque ore.

     Sorti sospetti su Argenteau, cui vien attribuita la sconfitta, per aver abbandonato il posto di Dego, insomma per aver giocato una partita truccata, mentre i valorosi quanto sfortunati Provera e Wukassovich vengon universalmente lodati, vien condotto sotto scorta a Vienna per esser giudicato da un consiglio di guerra. Intanto le operazioni continuano il 16 tra Mondovì e Bicocca. Il 22 Massena passa il Tanaro presso Ceva percui il fronte, fatto segno alle artiglierie, deve capitolare. I francesi hanno combattuto strenuamente 16 giorni, battendo gli avversari in tre combattimenti ed in tre battaglie.