Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Cosa succede in Italia ed in Europa? Quando il 2 marzo Bonaparte è stato nominato generale in capo, Saliceti lo ha preceduto nel quartier generale di Nizza, dove si dedica subito a riorganizzare l’esercito, ma occorre denaro. Avendo l’offensiva di Loano portato i francesi a pochi chilometri da Genova, in questa grande città di banche e di commercio (che posta così fra i possedimenti austriaci e la Francia, osserva una difficile neutralità), Saliceti, sostenuto dall’incaricato d’affari Cacault, chiede un prestito di circa 15 milioni, osteggiato dal rappresentante britannico Drake, il quale fa pressioni sul senato, persuadendolo dell’insussistenza di una minaccia di invasione, mancando del tutto di un esercito.

     Ma Saliceti, che ha l’aiuto del doge, può rivolgersi alle banche ed alle compagnie commerciali private, soprattutto al banchiere Balbi, ottenendo circa 7 milioni liquidi, scarpe, grano e biade. Così Massena può rifornire la sua divisione, pagar gli arretrati, scrivere a Saliceti “i patrioti dell’esercito vi considerano un salvatore” e Bonaparte, che nel frattempo ha sposato in fretta civilmente Giuseppina, al suo arrivo, trovar gli animi sollevati.

     Diamo un’occhiata alla penisola: con i suoi 17 milioni di abitanti, è destinata all’invazione a causa del suo spezzettamento politico. Il Piemonte ha un esercito di 30.000 uomini ma, posto fra possedimenti austriaci e Francia, con la Sardegna che appare piuttosto un peso, è in una situazione delicata. Tutta l’alta italia s’ inarca su due mari, dominati da due repubbliche, di Genova con costa aspra e stretta, di Venezia con un entroterra, sicuramente non in grado di opposrti alle forze che gravitano su di lei. Lo Stato Pontificio, abbastanza ampio, ma in una morsa tra possedimenti austriaci ed il borboni delle Due Sicilie. La tendenza alla nazionalizzazione autonomistica delle chiese, derivato del giuseppinismo, ha avuto ripercussioni dirette, a causa del dominio asburgico, e con l’aiuto combinato del giansenismo riformista e rigorista. Anche se l’amministrazione pontificia è stata piena di difetti, il prestigio della Santa Sede resta immenso, dando nell’orbe cattolico un senso di immutabilità, quasi di eternità. Pio VI è una figura che s’impone, dotato di innata grande maestà, bel portamento, eloquenza.