Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 12 riscontra astutamente il veneratissimo foglio, pervenuto col corriere di Milano, di S.E. il conte Gio Batta Munarini, consigliere intimo di stato di conferenza e primo ministro per gli affari esteri di S.A.S. il duca di Modena, con cui si degna raccomandare P. Camillio Bruschetti, attual reggente di studio nel convento di Parma, affinché col rinnovo venga assegnato reggente a Reggio. Le commendatizie dell’ E.S. sono onorevoli comandi per noi e per la nostra religione, ed in conseguenza s’intenda da questo punto che detta reggenza rimanga nella piena disposizione dell’E.S.; in ossequio peraltro dovuto alla verità. “la supplichiamo a permetterci” d’esporle esser un equivoco quanto le è stato supposto, ossia che il reggente di Parma passi dopo un triennio comunemente a Reggio, non essendosi verificato da 25 anni a questa parte. Altri reggenti hanno corrisposto alle nostre intenzioni per frequenza, quantità delle materie, mentre P. Bruschetti è rimasto un po’ indietro. A tutto ciò s’aggiunga esservi altri soggetti del suo corso d’uguale, anzi di maggior merito e diritto di lui, quali l’attuale reggente e priore di Montecchio Francesco Lomi, che ha prestato lodevolissimo servigio alla morale e scientifica educazione dei giovani e per di più nativo di Massa, appartenendo a quella provincia cui invece non appartiene Bruschetti. Non ostante tutto ciò, apprezziamo l’onore dei comandi dell’E.S. “e perciò torniamo a ripetere essere la Reggenza di Reggio a piena disposizione” e rimetteremo nelle sue mani la patente. Insomma, gli fa capire chiaramente che non può dirgli di no, ma molto a malincuore gli direbbe sì, rimettendosi implicitamente alla sua coscienza, nel consumare simile sopruso.